VOCE
il caso
05.09.2025 - 13:00
Lo hanno scoperto a Treviso, ma è una “falla” che mette tutti a rischio. Sono state trafugate e diffuse online, infatti, immagini private estratte dalle telecamere posizionate all’interno di centri estetici, abitazioni o studi medici. Il tutto, poi, pubblicato su di un portale, facilmente accessibile attraverso i motori di ricerca, con migliaia di registrazioni audiovideo rubate illecitamente da oltre duemila videocamere di sorveglianza.
A scoprire l’accaduto è stata la trevigiana Yarix, centro di competenza per la cybersecurity dell’azienda Var Group. La società lo ha segnalato alle autorità e ora sul caso indaga la polizia postale. Attivo almeno da dicembre scorso, il portale consente di visualizzare gratuitamente brevi estratti delle registrazioni, offrendo anche la possibilità di acquistare l’accesso alla videocamera per ulteriori contenuti o per ottenerne il controllo. Il prezzo per ciascuna varia da circa 20 a 575 dollari.
Il sito - informa una nota l’azienda Yarix - è facilmente accessibile attraverso i consueti motori di ricerca, e raccoglie migliaia di registrazioni audiovideo, principalmente a sfondo pornografico, trafugati illecitamente da videocamere di sorveglianza domestiche e luoghi come centri estetici o studi medici. Propone formule a pagamento con tariffe variabili in base alla popolarità e al numero di visualizzazioni dei video.
Tramite un bot Telegram costruito ad hoc, è possibile acquistare l’accesso a una o più videocamere. Il dominio del portale è registrato alle Isole Tonga, nel Sud Pacifico, verosimilmente motivato a ragioni legate all’anonimato del gestore del sito e alla flessibilità legale: alcuni stati infatti non richiedono verifiche rigorose sull’identità dell’acquirente, e spesso non hanno accordi di cooperazione legale con altri stati, oppure hanno leggi meno restrittive in materia di privacy e contenuti online.
Come scritto nella sezione “About” del sito, l’obiettivo è quello di “attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema della fuga di dati personali causata da imperfezioni nell’hardware e nel software”.
Yarix ha segnalato la scoperta tramite il Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Venezia alla polizia postale del Veneto, con la quale ha firmato un protocollo di intese dal 2016 e ha già collaborato per diverse inchieste.
Il team sta monitorando il portale e conducendo ulteriori analisi che utili all’indagine, che stabilirà anche se la totalità dei video provenga da hidden camera e vittime inconsapevoli. Non si scarta l’ipotesi che, a fianco di video autentici, vi siano registrazioni e dirette con attori per attirare più sottoscrizioni a pagamento.
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