VOCE
VILLAMARZANA
08.09.2025 - 22:54
I terribili dettagli dell’aggressione, le ultime ore del cagnolino e la polemica che solleva il caso
Sono trascorsi alcuni giorni dalla terribile esperienza che una ragazza di 31 anni di Villamarzana con il suo cagnolino Lamù azzannato fino alla morte da due simil pitbull che circolavano senza padrone e senza sorveglianza, ferendo anche la padrona, il 5 settembre scorso.
La giovane ragazza dopo giorni di lutto profondo e di trauma - lei e il suo cane erano una cosa sola, come commentano molti conoscenti della giovane - ha avuto la forza di scrivere, raccontando alcuni dettagli dell’aggressione subita e della ferocia dei due cani che nessuno ha saputo contenere.
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“Lamú era la cosa migliore della mia vita, nei momenti più bui lei c’era - scrive - Vorrei farvi capire l’impotenza che ho provato quando il primo dei due cani ci ha raggiunto, le urla di Lamú e le mie, il sangue ovunque, che mi sono portata sui vestiti, ho urlato ‘aiuto’ finché ho avuto fiato in gola e lo stesso ha fatto lei, c’è stato un momento in cui sono riuscita a liberarla, mettendo le braccia attorno al collo di uno degli altri cani e stringendo con tutte le mie forze, le ho detto di andarsene, ma lei è rimasta con me. E poi l’attacco è ripreso”.
La corsa in clinica e il tentativo di salvarla: “Me l’hanno ammazzata, Lamù era troppo devastata, aveva perso troppo sangue ed era in shock. Ha lottato per quasi 10 ore prima di spegnersi tra le nostre braccia”.
La ragazza, che pure è stata ferita, sottolinea, tuttavia il senso di impotenza: “Non sono riuscita a difendere la mia piccola, il senso di impotenza e disperazione che ho provato sono indescrivibili. L’ultimo ricordo che ho di Lamú è di lei in ambulatorio, che ha sentito le nostre voci e ha mosso la coda, che si è fermata dall’ansimare quando ho avvicinato la mano al suo naso”.
La denuncia alle forze dell’ordine farà il suo corso, mentre il dibattito sul caso dei due cani di grossa taglia e potenzialmente aggressivi, che sono scappati al controllo del padrone. “Noi abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine e nel nostro sistema legale e tramite questo chi deve pagare pagherà”, chiede la giovane che ha perso il cane.
“La tragedia di Lamù e la responsabilità nella custodia dei cani: un problema che riguarda tutti”, sottolinea l’associazione “L’altra parte del guinzaglio”.
Come associazione L’Altra Parte del Guinzaglio, esprimiamo solidarietà alla famiglia colpita da questa tragedia, ma soprattutto vogliamo richiamare l’attenzione su un tema che riguarda tutti: la corretta custodia dei cani e la responsabilità dei proprietari sono fondamentali per la sicurezza di persone e animali.
“Troppo spesso i cani vengono lasciati liberi senza guinzaglio o condotti con strumenti inadeguati - continua l’associazione - Comportamenti che non solo violano le norme, ma mettono a rischio animali e persone. Incidenti come quello che ha provocato la morte di Lamù si possono prevenire con una custodia corretta e responsabile. Non siamo nella savana: uscire a passeggio deve significare poter tornare a casa con il proprio animale sano e salvo”.
L’associazione chiede alla istituzioni che “rafforzino i controlli sul rispetto delle regole di custodia; promuovano campagne di educazione e sensibilizzazione cinofila rivolte ai cittadini; ai Comuni, nell’ambito delle proprie competenze, chiediamo di rivedere i regolamenti locali e di attuare azioni concrete sul territorio per prevenire tragedie simili”.
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