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LA VOCE DEI PAESI
09.09.2025 - 15:57
Il sindaco Enrico Ferrarese: “Il futuro passa dai servizi e dalla comunità coesa”
STIENTA - Un sindaco con lo sguardo rivolto al futuro, ma con i piedi ben piantati nella realtà di un territorio complesso e prezioso. Enrico Ferrarese, primo cittadino di Stienta e presidente della Provincia di Rovigo, affronta senza giri di parole i nodi che interessano non solo il suo comune, ma l’intero Polesine. Dai servizi alla fusione dei comuni, dal commercio locale al turismo, fino all’identità provinciale: un dialogo a tutto campo che restituisce la fotografia di una comunità viva, consapevole delle difficoltà ma anche delle proprie risorse.
Sindaco, partiamo da una domanda semplice: come descriverebbe in un aggettivo i cittadini di Stienta?
“Direi innanzitutto sensibili, ma anche operosi, come gran parte della gente del nostro Polesine. A volte questa laboriosità li porta a comunicare poco, perché abituati più a fare che a raccontare”.
Stienta si trova in una posizione particolare, a cavallo tra Ferrara, Rovigo e persino l’anima mantovana. E’ un vantaggio o un limite?
“Essere gente di confine per me è un valore aggiunto. Certo, dal punto di vista dei servizi bisogna sgomitare un po’ di più, perché si rischia di essere periferici sia da una parte che dall’altra. Ma la nostra posizione geografica ci stimola a difendere con forza presidi e servizi”.
Molti cittadini notano il calo delle attività commerciali. E’ possibile invertire la tendenza?
“Oggi festeggiamo la riapertura di una macelleria in centro: un segnale positivo. Però il commercio vive una trasformazione dettata dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie. Non dobbiamo arrenderci: i negozi sono servizi essenziali, soprattutto in comunità con una popolazione che invecchia. Sta a noi gestire questa fase senza subirla”.
Si parla spesso di fusione tra comuni. Può essere la soluzione?
“L’unione di per sé non funziona, perché appesantisce. La fusione può avere senso, ma non è la bacchetta magica. Non basta ingrandire il comune per risolvere i problemi: servono risorse e garanzie che i servizi non vengano tagliati. Penso, per esempio, agli uffici postali: con una fusione rischieremmo di perderne alcuni. Prima di fare passi così importanti dobbiamo valutare con attenzione, altrimenti rischiamo di allontanare i cittadini dai servizi”.
Lei è anche presidente della Provincia. Spesso si dice che a Rovigo manca un’identità condivisa. E’ così?
“E’ una sensazione radicata, ma non del tutto reale. Abbiamo peculiarità che possono sembrare ostacoli, in realtà sono ricchezze. Il problema è che siamo stati più bravi a lavorare che a comunicare. Ci è mancata la capacità di fare marketing territoriale e di presentarci come squadra. Dobbiamo imparare a condividere di più, a superare i campanili e a costruire legami dal basso, attraverso associazioni, volontariato, sport”.
Il cinema e la cultura possono diventare veicoli di promozione?
“Assolutamente sì. La comunicazione oggi è fondamentale e le produzioni audiovisive possono portare visibilità e indotto economico. Abbiamo persone e professionisti di qualità. Se arrivassero produzioni sul nostro territorio sarebbe una grande opportunità.”
Fra dieci anni come immagina Stienta?
“Mi auguro che mantenga i servizi che oggi garantisce: scuole, Rsa, caserma dei carabinieri, ufficio postale. Non credo che la strada sia essere più grandi, ma essere più insieme. Significa condividere esperienze tra cittadini e professionalità tra amministrazioni. Dobbiamo creare una struttura tecnica più forte, con dirigenti qualificati che lavorino per tutti. Questo darebbe uguale dignità a ogni cittadino, indipendentemente dal comune in cui vive. Il futuro di Stienta sarà quello di una comunità equilibrata, attenta a non lasciare indietro nessuno e capace di valorizzare la sua dimensione di benessere e sicurezza per tutti”.
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