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L'ALLARME

Vaccini, l’Italia perde il passo sugli adolescenti

Gli esperti sollecitano uniformità nazionale su meningite B

Vaccini, l’Italia perde il passo sugli adolescenti: meningite B e Hpv, coperture sotto gli obiettivi

Proteggere gli adolescenti dalle malattie prevenibili è la sfida che l’Italia non può più rimandare. A Roma, nell’incontro “Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani”, medici e istituzioni hanno messo in fila numeri e criticità: coperture insufficienti e disomogenee per la meningite da meningococco B e per il Papillomavirus umano (Hpv), due ambiti in cui il Paese corre il rischio di restare indietro. Due i nodi indicati dagli esperti: difformità regionale e difficoltà a intercettare i ragazzi tra 11 e 14 anni.


Introdotta nel 2017 nel Pnpv per l’età pediatrica, la protezione anti-B cala con il tempo. Per gli adolescenti, però, l’attuale piano non contempla né il recupero dei non vaccinati (naive) né il richiamo per chi è stato immunizzato da piccolo (non naive). “La meningite da meningococco ha una letalità tra il 10 e il 20% e il sierotipo B è il più diffuso in Italia, colpendo soprattutto bambini e adolescenti”, ha ricordato Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit e membro del Consiglio superiore di sanità, evidenziando anche il ruolo dei portatori asintomatici nella trasmissione. Il Calendario per la vita raccomanda dal 2018 la vaccinazione degli adolescenti naive; dal 2025 ha esteso l’indicazione anche a chi era stato vaccinato in età pediatrica, per garantire continuità di protezione. “La copertura ottenuta nei primi mesi di vita diminuisce: il richiamo in adolescenza è fondamentale per la comunità e per il sistema sanitario”, ha aggiunto Andreoni.


Solo 14 Regioni offrono gratuitamente la vaccinazione contro il meningococco B in adolescenza, con criteri diversi e quindi accesso diseguale. La Liguria ha scelto una linea avanzata. “Dalla fine del 2023 offriamo attivamente e gratuitamente il vaccino anti-B ai 14-15enni mai vaccinati, anche in co-somministrazione con altri richiami, e una dose booster per chi era stato immunizzato tra 2 e 10 anni”, spiega Filippo Ansaldi, direttore generale dell’Azienda ligure sanitaria. Proiezione a fine 2025: oltre 20mila dosi in due anni; copertura attesa nei 15-16enni intorno al 43% (+84% sul 2024) e raddoppio dei richiami nei già vaccinati. Il tutto insieme a un rafforzamento della sorveglianza e della tipizzazione dei meningococchi circolanti.


L’Hpv è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa: circa l’80% della popolazione sessualmente attiva la contrae almeno una volta. Il virus è responsabile del 9,4% di tutti i tumori e del 100% dei carcinomi della cervice uterina, oltre a una quota rilevante di tumori anali, vaginali, vulvari, del pene e orofaringei. Nonostante la disponibilità del vaccino nonavalente gratuito dagli 11 anni, le coperture non raggiungono gli obiettivi. “È, insieme all’epatite B, l’unico vaccino oncologico: ha avuto un impatto enorme anche sull’eliminazione del cancro dell’utero in alcune aree del mondo. Serve vaccinare i più giovani, ma il beneficio esiste anche negli adulti”, sottolinea Andreoni.



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