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"Ha ucciso la sua bimba": a processo

L'accusa è omicidio volontario aggravato

Neonato di 4 mesi muore all'improvviso in casa

Un’accusa gravissima e un’aula tra le più solenni della giustizia italiana: la Corte d’Assise di Padova. Qui una 29enne italo-brasiliana affronterà un processo per omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela. Secondo l’ipotesi accusatoria, la donna avrebbe partorito in bagno e la piccola sarebbe morta subito dopo. Un caso che tocca corde sensibili e impone prudenza: l’imputata è innocente fino a sentenza definitiva e i dettagli dovranno essere vagliati in aula.

La Procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio della 29enne descritta dalle cronache come spogliarellista. Il procedimento si svolgerà davanti alla Corte d’Assise di Padova, competente per i delitti più gravi. L’imputazione contestata è omicidio volontario, con l’aggravante della relazione di parentela: l’accusa riguarda la morte della neonata figlia dell’imputata.

La possibilità che il reato potesse essere derubricato a infanticidio - devono esserci evidenti condizioni di abbandono sociale perché ciò accada - non si è verificata: ora la 29enne rischia quindi fino all'ergastolo contro un massimo di 14 anni in caso di infanticidio. La neonata sarebbe stata partorita viva nel water, con la mamma che ha poi tentato di disfarsene schiacciandola dentro lo scarico. Già nel primo sopralluogo la situazione era apparsa subito chiara visto che la piccola sarebbe stata trovata con la testa dentro il water pieno fino all'orlo di acqua.


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