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"Sono ebrei!": aggrediti con cane e bottiglie

Denunciati due trentenni tunisini.

No Vax entra in Regione brandendo una bottiglia rotta

Una passeggiata notturna nel cuore di Venezia si è trasformata in un incubo per una coppia di turisti identificabili come ebrei. In pochi minuti, lungo Strada Nuova, le offese sono diventate minacce, poi intimidazione con un rottweiler e infine violenza fisica. Un episodio che, secondo le cronache locali, è il secondo a sfondo antisemita in meno di un mese in città e che si inserisce in un clima internazionale gravato dalla tragedia di Gaza.

È la notte tra domenica e lunedì. L’uomo, cittadino statunitense, e la donna, cittadina israeliana, si trovano nei pressi del chiosco Frullalà, a due passi da Santa Fosca, non lontano dal Ghetto. Secondo la segnalazione dei Carabinieri, una decina di uomini li nota e li circonda. Dalle parole si passa subito all’ostilità: uno degli aggressori urla più volte, con tono rabbioso, “free palestine”. La coppia prova ad allontanarsi, ma viene seguita. Gli atteggiamenti si fanno via via più minacciosi, con frasi oltraggiose rivolte in particolare alla donna. L’uomo viene accerchiato: uno degli aggressori gli aizza contro un rottweiler; un altro, indicato come M.K., finge di porgergli la mano e lo colpisce con uno schiaffo in pieno volto. Poco dopo, un componente del gruppo scaglia a terra una bottiglia: i cocci, proiettati con violenza, feriscono la donna a una caviglia, che inizia a sanguinare.

A soccorrere per primi la coppia è una pattuglia della Guardia di Finanza, che procede a una prima identificazione del gruppo. In seguito arriva una volante della Polizia, che approfondisce gli accertamenti. Nelle ore successive, i Carabinieri denunciano due presunti aggressori, entrambi sulla trentina e di nazionalità tunisina, per minacce e percosse. Secondo quanto riferito, M.K., incensurato e regolare sul territorio, è accusato di aver schiaffeggiato il turista; è a piede libero. M.A., irregolare in Italia e con procedimenti in corso non ancora definitivi, è stato trasferito al Centro per il rimpatrio di Bari. Entrambi si sono rivolti all’avvocato Marco Marcelli. Le responsabilità penali saranno accertate nelle sedi competenti.



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