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Truffe digitali, vertice in Prefettura

In sei mesi in provincia inganni informatici per 250mila euro, allarme “spoofing”: appello ai sindaci

Truffe digitali, vertice in Prefettura

Nella prima metà dell’anno un “bottino” di 250mila euro. A tanto ammontano i soldi che viscidi truffatori sono riusciti a sottrarre ai polesani attraverso raggiri informatici. E, per questo, il prefetto Franca Tancredi ha chiamato a raccolta forze dell’ordine e sindaci per invitare ad alzare la guardia sulle truffe. Già a gennaio, nel contesto delle iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle truffe perpetrate nei confronti delle persone anziane, la prefettura di Rovigo aveva messo a punto un vademecum informativo “Cittadino informato mezzo salvato”, che è stato condiviso in sede di comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica con le forze dell’ordine. E un nuovo comitato è stato convocato martedì. Sempre per focalizzare l’attenzione sul tema, visto che si tratta di uno dei reati più in espansione, inevitabilmente favorito dalla diffusione delle nuove tecnologie, con le truffe informatiche che sono diventate la nuova frontiera dei raggiri.

Certo, le truffe “tradizionali”, purtroppo non passano mai di moda. Ma ora, con le persone sempre connesse e con uno smarphone sempre fra le mani, si aggiungono anche nuovi metodi di raggiro. Altrettanto se non più insidiosi rispetto a quelli del passato, fatte di tesserini falsi e telefonate di falsi avvocati. La nuova frontiera, oltre al già noto “phishing”, sono lo “smishing” e lo “spoofing”.

Il primo è la truffa tipo phishing, ma invece che attraverso le mail basata su messaggi di testo o messaggistica istantanea, con i quali si invitano i destinatari a compiere azioni, come telefonare a un numero o cliccare un link, oppure a fornire informazioni con urgenza, per non rischiare danni.

Il secondo, invece, è ben più insidioso, perché è la tecnica con la quale si ruba un’identità, sia quella di un’azienda di servizi o di una persona conosciuta, con telefonate o messaggi o mail che sembrano arrivare da un numero o una mail “sicuri”, ma che tali non sono affatto.

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Un mese fa, un allarme in questo senso era stato lanciato da Enrico Scarazzati, vicepresidente nazionale e presidente di Rovigo della Lega consumatori: “Lo spoofing e permette ai truffatori di mascherare il proprio numero facendo apparire sullo schermo quello di un ente affidabile, come la propria banca o le forze dell’ordine. La truffa parte con una chiamata ad allarme: ‘C’è stato un bonifico a sospetto sul suo conto. Dobbiamo trasferire il denaro per metterlo al sicuro’. Poco dopo a conferma, arriva una seconda telefonata, apparentemente dai carabinieri con un finto maresciallo che invita a collaborare. Il risultato? I risparmi di una vita svaniscono in pochi minuti e quando ci si rende conto dell’inganno è spesso troppo tardi. Riceviamo ogni giorno segnalazioni di persone cadute vittime di questo schema e il dato più inquietante è che colpisce indistintamente, giovani, anziani, esperti o meno esperti”.

Anche l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese è intervenuto sul tema calcolando che in media il 15,8% delle imprese ha subito incidenti di natura informatica e, nell’arco dell’ultimo quadriennio i reati informatici, saliti del 45,5% in media nazionale registrano aumenti sopra la media in Veneto, ben il +63,7%.

Per questo l’appello del prefetto agli amministratori. Come spiega l’assessore alla sicurezza di Adria Giorgio D’Angelo, “Abbiamo parlato delle truffe che non sono più tanto o soltanto agli anziani, perché l’età media è sceso a 55-65 anni, con truffe come lo spuffing, ovvero la sostituzione di identità attraverso la quale i malviventi riescono a circuire le vittime e farsi fare dei bonifici. Il messaggio che deve passare è che chi subisce queste truffe e se ne rende poi conto, conto deve segnalare immediatamente alle forze dell’ordine, perché se immediato si riesce a bloccarli altrimenti nel giro di pochissimo tempo i soldi spariscono e girano il bonifico e i soldi passano in altri conti. In ogni caso, bisogna denunciare. Comunque ci siamo aggiornati a una prossima seduta nella quale il prefetto ci darà linee guida con la polizia postale e la questura da diffondere il più possibile alla cittadinanza”.

L’assessore alla sicurezza di Rovigo Michele Aretusini rimarca: “Giusto alzare l’attenzione su questa che è una vera e propria piaga. Come Comune ci stiamo già impegnando su questo fronte e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per cercare di arginare il fenomeno”.

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