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emergenza granchio blu

Una catastrofe: 600 allevatori hanno chiuso

Gli allarmanti dati diffusi da Cia

Una catastrofe: 600 allevatori hanno chiuso

Da tre anni a questa parte, a motivo del granchio blu, 600 allevatori di vongole veraci della Sacca di Scardovari hanno dismesso la loro attività. Erano 1.500 alla fine del 2022, oggi sono scesi a 900.

I numeri sono stati illustrati lunedì scorso in occasione di due diversi incontri ai quali sono stati invitati Pescagri Cia Veneto e Cia Rovigo: il primo si è tenuto alla cooperativa Fra Pescatori dell’Adriatico, presenti il vicepresidente della stessa, Sauro Bellan, e il direttore, Giuliano Mancin. L’altro al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, alla presenza del presidente, Paolo Mancin.

“Ci sono stati condivisi dei dati allarmanti – sottolinea Marilena Fusco, direttore di Pescagri Cia – È diventato pure un problema di carattere sociale. Dietro a quei 600 allevatori vi sono altrettante famiglie che non possono più contare su un’entrata certa”. Un dato risulta particolarmente significativo: su 100 quintali di granchio blu pescato, solo 20 quintali vengono poi piazzati sul mercato.

“Qualche allevatore ha deciso di dedicarsi alle ostriche – prosegue Fusco – Tuttavia, si tratta di una percentuale minima; servono delle competenze specifiche, frutto di anni di esperienza”. “Nonostante la buona volontà dell’amministrazione regionale e del Governo, la criticità del granchio blu non è stata risolta in maniera definitiva. E queste sono le conseguenze”.

Il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha chiarito che “tutti gli attori sono chiamati a fare il massimo al fine di salvaguardare il comparto e il relativo indotto”. I mercati ittici di Pila e Porto Tolle quotano, in media, oltre 8.000 tonnellate di prodotto all’anno, il 32,5% del totale nella nostra Regione (dati Veneto Agricoltura). Valori che danno l’idea di quanto il settore risulti strategico per l’intero comprensorio polesano. Ai meeting erano presenti anche il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini, e il direttore di Cia Rovigo, Paolo Franceschetti. “Il Polesine non venga abbandonato - il loro appello finale – Stiamo dalla parte degli agricoltori”.

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