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"Vietare TikTok e coprifuoco digitale"

La Francia valuta provvedimenti drastici per tutelare i minori

Sfide mortali per giovanissimi, anche in Polesine

La battaglia di Parigi contro le dipendenze digitali entra in una nuova fase. Un rapporto parlamentare presentato l’11 settembre 2025 punta il dito contro TikTok, definendolo tra gli ambienti online più nocivi per gli adolescenti e chiedendo un giro di vite senza precedenti: stop alla piattaforma sotto i 15 anni, regole stringenti per i più grandi e responsabilità chiare per le famiglie. Un pacchetto che promette di riaccendere il dibattito su libertà, tutela dei minori e ruolo delle Big Tech.

La commissione parlamentare d’inchiesta raccomanda: il divieto di utilizzo di TikTok ai minori di 15 anni; un “coprifuoco digitale” dalle 22 alle 8 per gli adolescenti tra i 15 e i 18 anni; una campagna nazionale di sensibilizzazione sui rischi legati ai social network; l’introduzione di un nuovo reato, la “negligenza digitale”, per i genitori che non vigilano sull’uso delle piattaforme da parte dei figli. Nel documento, presentato a Parigi, i deputati definiscono TikTok un social "fuorilegge, multirecidivo, che diffonde contenuti tossici e crea dipendenza". Il messaggio politico è netto: il principio di precauzione deve prevalere quando a essere in gioco è la salute mentale dei minori.

Laure Miller, deputata di Ensemble pour la République e relatrice del rapporto, sintetizza così il cuore dell’allarme: "TikTok non si preoccupa della salute mentale dei nostri giovani. All’interno dell’azienda si dice che questo tema è prioritario, ma nei fatti mancano sforzi che sarebbero facilmente realizzabili". Il presidente della commissione, Arthur Delaporte (Partito Socialista), rilancia nella prefazione: «Il verdetto è chiaro. Questa piattaforma espone consapevolmente i nostri figli e i nostri giovani a contenuti tossici, pericolosi e che creano dipendenza».

Tra le proposte più controverse c’è la “negligenza digitale”: un reato volto a sanzionare i genitori che non vigilano sull’uso dei social. L’idea segna uno spostamento del baricentro: non solo regolazione dell’offerta (le piattaforme), ma anche corresponsabilità nella domanda (le famiglie). A fianco della leva sanzionatoria, il rapporto invoca una massiccia campagna di educazione ai media, a indicare che la prevenzione passa da competenze e consapevolezza, non soltanto da divieti.

Il documento ha natura propositiva: non è una legge, ma una road map politica. Se recepite, le raccomandazioni innescherebbero un cambiamento profondo nelle abitudini digitali dei giovani in Francia – con inevitabili interrogativi sull’applicabilità del coprifuoco online, sull’efficacia di un divieto under 15 e sui confini tra tutela dei minori e libertà individuali. Resta un punto fermo: la richiesta al legislatore di trasformare un allarme sociale, corroborato da mesi di audizioni e decine di migliaia di testimonianze, in norme esigibili e strumenti educativi misurabili.

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