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Salute? Il Kiwi è la soluzione

Rovigo è al terzo posto per la produzione in Veneto

Salute? Il Kiwi è la soluzione

Il kiwi verde potrebbe avere un ruolo anche nella salute mentale. A dirlo è una ricerca dell’Università di Verona che ha isolato nel frutto l’acido chinico, un composto naturale capace di attraversare la barriera ematoencefalica ed esercitare un effetto antidepressivo in modelli animali. Il lavoro, firmato dal gruppo di Biotecnologie dell’Ateneo guidato dalla botanica Flavia Guzzo in collaborazione con il farmacologo Cristiano Chiamulera, è stato pubblicato il 19 agosto su PLOS ONE e l’attività dell’acido chinico è già stata brevettata prima dell’uscita dell’articolo.

Per arrivare all’identificazione del “responsabile”, i ricercatori hanno seguito una doppia pista. Da un lato hanno tracciato la mappa chimica del kiwi attraverso la metabolomica; dall’altro hanno osservato il comportamento di cavie utilizzate come modello per lo studio della depressione. Il succo di kiwi verde ha ridotto in modo dose-dipendente i segnali riconducibili a uno stato depressivo. Analisi su sangue e cervello hanno poi fatto emergere soltanto due molecole di origine alimentare: acido chinico e acido caffeico solfato. La somministrazione di acido chinico puro ha riprodotto quasi per intero l’effetto del succo, indicando il composto come chiave d’azione. La sua efficacia risulta facilitata dalla presenza di altre molecole del frutto, che ne migliorano assorbimento e disponibilità a livello cerebrale. Questa evidenza riguarda modelli preclinici e apre una prospettiva applicativa più che clinica immediata.

“Abbiamo individuato la molecola alla base dell’attività antidepressiva del kiwi, creando le premesse per un suo impiego come principio attivo naturale in farmaci o nutraceutici”, spiega Guzzo. Il progetto è stato sostenuto dalla Regione Veneto e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), a testimonianza dell’interesse verso ricerche che intrecciano salute, alimentazione e innovazione. “In futuro, integratori o prodotti funzionali a base di acido chinico potrebbero affiancare le terapie tradizionali, in una logica integrata e sostenibile”, aggiunge la docente.

Nel 2023 in Veneto coltivati a kiwi 2.726 ettari: circa il 76% in provincia di Verona (2.075 ettari), seguita da Treviso (300) e Rovigo (183). La raccolta 2024 ha toccato 44.678 tonnellate, in aumento del 35,9% rispetto all’anno precedente (fonte: Veneto Agricoltura).

“Questa scoperta è un’occasione per i nostri produttori”, commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner. “Il kiwi veneto si conferma eccellenza non solo per qualità, ma anche per il contributo al benessere. Investire in ricerca significa valorizzare le filiere, rafforzare la competitività e aprire nuovi mercati, tutelando reddito e salute”.

Caner rivendica inoltre la collaborazione con l’Università di Verona, inserita nella Top 10 dei grandi Atenei statali nella classifica Censis 2025: “Le analisi di UniVr sottolineano il legame tra nutrizione e disturbi dell’umore, un tassello in più nel rapporto tra alimentazione, benessere e sostenibilità”.

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