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Eurovision 2026

Cresce il fronte del boicottaggio

Anche RTÉ minaccia il ritiro se in gara ci sarà Israele

Eurovision 2026

La frattura sull’ammissione di Israele all’Eurovision 2026 si allarga. Dopo le prese di posizione di Spagna e Slovenia, anche l’emittente pubblica irlandese RTÉ ha fatto sapere agli organizzatori che valuterà il ritiro qualora il Paese venga confermato tra i partecipanti. “Spetta a ciascun membro decidere se partecipare o meno al concorso e noi rispetteremo qualsiasi decisione delle emittenti”, ha dichiarato il direttore dell’Eurovision, Martin Green. Il clima di tensione accompagna la kermesse già da due anni, tra proteste e minacce di ritiro. Anticipando possibili defezioni, l’organizzazione ha prorogato la scadenza per le adesioni da ottobre a dicembre.

RTÉ ha precisato che la sua decisione definitiva arriverà solo dopo il verdetto dell’EBU (European Broadcasting Union), ma ha definito “inaccettabile” la partecipazione di Israele alla luce dell’alto numero di vittime a Gaza, esprimendo inoltre preoccupazione per l’uccisione di giornalisti, le restrizioni all’accesso dei media internazionali e la situazione degli ostaggi.

La Spagna è stata la prima “big” a esporsi: il ministro della Cultura, Ernest Urtasun, ha ricordato di aver chiesto l’espulsione di Israele all’inizio dell’anno e ha avvertito che, in caso contrario, Madrid valuterà il ritiro. Sulla stessa linea la televisione pubblica slovena RTVSLO, che ha formalizzato la propria posizione. Per gestire la crisi, l’EBU ha incaricato un consulente esterno di aprire un dialogo con le emittenti nazionali e non esclude di rimettere ai membri un voto sulla partecipazione di Israele. L’Eurovision 2026 è in programma a Vienna il prossimo maggio, con circa 37 Paesi attesi in gara e un’audience globale che supera i 160 milioni di spettatori.

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