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Giovani, reati e social: arriva la stretta

63mila controlli, centinaia di arresti

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Un’aggressione a una donna con disabilità nei pressi della stazione di Padova, cinque giovani identificate e allontanate per tre anni dai locali della zona. È il volto locale di una più ampia operazione della Polizia di Stato che, negli ultimi trenta giorni, ha passato al setaccio il Paese per arginare la devianza giovanile e i reati collegati: centinaia di arresti, sequestri di armi e droga, controlli capillari tra piazze, movida e snodi ferroviari.

L’emergenza sicurezza a livello nazionale ha oggi un baricentro nitido: il mondo giovanile e le condotte devianti, spesso alimentate da dinamiche di gruppo e da un uso distorto dei social network. Le indagini delle Squadre Mobili, coordinate dal Servizio centrale operativo, fotografano fenomeni che non si concentrano più soltanto in contesti a elevata densità criminale. La rete amplifica, allarga il bacino di riferimento, favorisce la divulgazione e l’emulazione, trasformandosi in alcuni casi nel “primo gradino” d’accesso al crimine, anche di matrice mafiosa. Tra i giovani coinvolti figurano anche componenti dei cosiddetti “maranza”. Le condotte contestate spaziano dal tentato omicidio alle lesioni, dalle risse all’estorsione, dai reati contro il patrimonio allo spaccio di stupefacenti, passando per la detenzione e il porto illegale di armi e i cosiddetti reati d’odio.

Nell’ultimo mese gli investigatori, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine e degli uffici delle Questure, hanno: - controllato circa 63.000 persone, di cui 11.000 minorenni, e 17.400 veicoli; - arrestato o sottoposto a fermo 283 maggiorenni e 22 minorenni per reati contro la persona e il patrimonio, droga e armi; - eseguito misure cautelari e ordini di carcerazione nei confronti di 81 maggiorenni; disposte anche 6 collocazioni in istituti penali per minorenni e una permanenza in casa per un minore; - denunciato in stato di libertà 1.110 maggiorenni e 180 minorenni; - controllato 829 immobili (tra cui 58 strutture per minori stranieri non accompagnati), 136 sale giochi e 464 esercizi commerciali, oltre a piazze, giardini pubblici, aree attigue alle stazioni, centri commerciali, stabilimenti balneari; - elevato 425 sanzioni amministrative, soprattutto per uso di stupefacenti e somministrazione di alcol. Sul fronte sequestri: 19 chili di cocaina, 1 chilo di eroina, 79 chili di cannabinoidi, oltre a shaboo, ecstasy, Mdma e benzodiazepine; 2 fucili, 36 pistole e munizioni. Recuperati 89 coltelli e numerosi oggetti atti a offendere o utili alla commissione di reati: 2 katane, una mazza da baseball, un manganello telescopico, 2 bastoni sfollagente, un bastone di metallo, un tirapugni in metallo, spray urticante, 2 martelli, 2 taser, una catena da bicicletta, un passamontagna, vari taglierini e strumenti da scasso. Rinvenuti refurtiva e strumenti del crimine economico: collanine d’oro, gioielli, orologi, cellulari, banconote false, bancomat e documenti d’identità rubati o contraffatti, oltre a un tesserino contraffatto della Guardia di Finanza.

Sono stati analizzati 1.300 profili social: cinque risultano inneggianti all’odio e alla violenza fisica — anche contro appartenenti alle forze di Polizia — e all’uso di armi da fuoco e da taglio. Tali profili saranno segnalati alle Procure competenti per l’eventuale oscuramento. Un dato che conferma quanto la cassa di risonanza digitale possa trasformarsi in moltiplicatore di rischio ed emulazione.

Nel contesto padovano, le verifiche nelle principali piazze e luoghi di aggregazione hanno riguardato oltre 70 giovani tra i 15 e i 22 anni. La Questura ha emesso più di 20 misure di prevenzione personali. Emblematico l’episodio di fine agosto, quando — secondo quanto registrato — cinque ragazze hanno offeso, derubato e malmenato una donna con disabilità nei pressi della stazione, dopo averla derisa e molestata in un locale pubblico. Le giovani sono state identificate e nei loro confronti il questore di Padova, Marco Odorisio, ha applicato il cosiddetto daspo “Willy”: tre anni di divieto di accesso e stazionamento in tutti i locali pubblici e di intrattenimento di piazzale Stazione e aree limitrofe. Per due di loro è scattato anche l’avviso orale, ulteriore misura di prevenzione.

I numeri raccolti dalle forze dell’ordine indicano una pressione investigativa ampia e strutturata, che colpisce reati, reti e strumenti. Ma la statistica parla anche alla percezione dei cittadini: episodi violenti in ambiti della movida e nelle vicinanze delle stazioni alimentano insicurezza e richieste di tutela. La risposta dello Stato, fatta di controlli e misure di prevenzione, è un tassello essenziale; accanto, resta cruciale il lavoro educativo e di comunità per sottrarre i più giovani a dinamiche di emulazione e a contesti dove l’accesso alla criminalità diventa un varco fin troppo facile.

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