Cerca

questura di rovigo

Cocaina sul furgone aziendale, presi

Oltre due etti sulla cassetta del pronto soccorso

Arrestato ed espulso, rientra e si fa assumere come infermiere

Blitz del personale della squadra mobile, guidata dal commissario capo Marica Bozzelli, della questura di Rovigo, che ha intercettato un carico di cocaina su un vettore decisamente particolare: un furgone aziendale a noleggio.

"Nei giorni scorsi - spiega la nota stampa della questura - personale della Squadra Mobile di Rovigo ha tratto in arresto, in flagranza di reato, due soggetti, uno di nazionalità albanese (35enne) e un cittadino italiano (50enne), entrambi residenti nella provincia di Rovigo, per il delitto, in ipotesi accusatoria, di trasporto e detenzione illeciti di sostanza stupefacente".

"Nello specifico - prosegue la ricostruzione dell'accaduto - nell’ambito di attività legata alla prevenzione e repressione dei reati inerenti le sostanze stupefacenti, gli investigatori della Questura di Rovigo effettuavano un controllo su strada, nel quartiere Tassina, di due soggetti a bordo di un autocarro, a noleggio, dotato di braccio estensibile".

 "I due passeggeri, durante il controllo, palesavano una certa fretta e una agitazione sospetta che inducevano il personale operante ad approfondire il controllo".

"E, infatti, a seguito di perquisizione personale, estesa poi al veicolo, veniva trovato, a bordo del mezzo e, nello specifico, dietro al sedile del lato passeggero, un involucro piuttosto voluminoso, avvolto dal cellophane trasparente, contenente sostanza di colore bianco che, a seguito di analisi, risultava essere sostanza stupefacente di tipo cocaina, per un peso lordo di 233 g". In particolare, lo stupefacente sarebbe stato nascosto sopra la cassetta del pronto soccorso a bordo del veicolo.

"I due soggetti venivano, quindi, tratti in arresto per il reato, in ipotesi accusatoria, di trasporto e detenzione illeciti di sostanza stupefacente e venivano messi a disposizione della Procura della Repubblica di Rovigo che chiedeva ed otteneva dal giudice per le indagini preliminari la convalida dell’arresto e, per il solo soggetto di nazionalità albanese, già destinatario della misura dell’affidamento in prova, l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari".

Quest'ultimo, tra l'altro, ha già avuto problemi con la giustizia per questa particolare tipologia di reato. A difendere i due, l'avvocato Anna Osti per l'italiano e la collega Elena Perini per l'albanese.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400