VOCE
l'intervista
16.09.2025 - 11:32
Un distretto per ospitare data center di livello internazionale, occasione per dare impulso ad investimenti, economia e occupazione in Polesine. E’ la proposta lanciata da Giordano Riello, imprenditore e responsabile di innovazione e tecnologia per Comnfindustria Veneto Est. Una proposta che si inserisce all’interno di un ragionamento sulla situazione economica del Veneto, della provincia di Rovigo e dell’Italia in generale, dove si toccano i temi dei dazi, della ricerca di personale, dell’energia nucleare e dei costi sostenuti dalle imprese.
Riello, l’economia nazionale non ha ancora del tutto assorbito l’argomento dazi.
“Credo che ormai i dazi per l’Unione Europea non si discosteranno dal 15%. Creeranno difficoltà alle imprese italiane e venete, questo è certo, ma l’impatto più devastante sarà sui consumatori statunitensi, su di loro sarà scaricato il costo finale degli aumenti, e lo si può già vedere dall’inflazione che in America è già ripartita. Per quel che riguarda le nostre imprese, invece, oltre al costo economico a preoccupare è il senso di incertezza, che incide pesantemente su investimenti e possibilità di una visione a medio lungo termine”.
Ma è possibile che a livello di politica statunitense non siano stati previsti questi fatto?
“Il fatto è che i politici spesso tendono a parlare soprattutto alla pancia delle persone. Con il presidente Trump, poi, l’imprevedibilità è praticamente all’ordine del giorno”.
Passiamo al Veneto come possiamo definire l’attuale situazione dell’economia?
“Direi che la situazione è al livello di attenzione. E per due fattori. In primo luogo per via della congiuntura internazionale che alimenta un’incertezza che incide su tutti i mercati. Mi riferisco alla geopolitica, alle guerre in corso, a tensioni sempre sull’orlo delle deflagrazione, come quelle fra Cina e Taiwan. Il secondo fattore, invece è di marca strettamente regionale e locale, ossia la difficoltà di reperire personale. In Veneto il lavoro non manca, mancano figure professionali. Mi riferisco alle maestranze tecniche, ma anche a quelle più manageriali”.
Spesso salta fuori questa criticità.
“Prima di tutto occorre dare maggior dignità professionale agli istituti tecnici, che devono mai essere considerati istituti superiori di serie B. In Veneto e in Italia sono di qualità elevata, occorre valorizzarli, almeno al pari dei licei. Perché è solo attraverso questi corsi di studi che è possibile formare professionisti del settore tecnico, informatico, della progettazione, Inoltre occorre elevare gli stipendi, anche per incentivarli a non andare all’estero. E per far questo la ricetta migliore è quella di abbassare il costo del lavoro per le aziende. Molti imprenditori, e io fra questi, sarebbero contenti di aumentare le buste paga dei dipendenti mantenendo invariato il costo del lavoro aziendale. E poi far capire che l’ascensore sociale è ancora possibile. Faccio un esempio legato ad una mia azienda, abbiamo un capoarea responsabile del mercato britannico, che è partito facendo l’operaio in catena di montaggio. Questo per dire che crescita e carriera sono ancora possibili”.
Parlava di costi aziendali, il tema dei costi energetici per le imprese italiane non è ancora stato risolto.
“Le nostre unità produttive continuano a pagare l’energia molto più della media europea. Sono stati fatti passi avanti nella diversificazione energetica e nell’approvvigionamento, è vero, però mancano ancora molte infrastrutture per mettere a terra questa diversificazione”.
E si torna a parlare di energia nucleare.
“Servirebbe una microenergia nucleare diffusa”.
Vale a dire?
“Una rete di piccole centrali nucleari capaci di fornire energia pulita e sicura ad aree territoriali di riferimento. Questo tipo di energia a raggiunto livelli di sicurezza elevati, fermarsi ai referendum degli scorsi decenni potrebbe significare scelte di retroguardia”.
Però per per queste centrali servirebbero anni.
“Ma se non si comincia resteremo sempre a questo tipo di obiezioni, senza fare quelle scelte strategiche che situazione geopolitica e mondo dell’energia richiedono”.
E il Polesine?
“Dire che si tratta di un territorio con grandi opportunità è quasi uno slogan ripetuto più volte. Però se ci ragioniamo sopra ci rendiamo conto che è proprio così, il punto è che le opportunità occorre riuscire a coglierle”.
A cosa si riferisce?
“La Zls credo che sia un’ottima occasione di sviluppo, e per questo Confindustria la sostiene fin dal 2018. Altra opportunità che secondo me si potrebbe portare avanti è quella di realizzare un distretto dei data center in Polesine. Per farlo però occorre attrarre investimenti, i provider, infatti sono quasi tutti di livello internazionali. Ma si tratta di investimenti multimilionari, anzi miliardari. Ci sarà sempre più bisogno di dati e quindi di data center, e questo business sarà in espansione nei prossimi anni. Il Polesine è un territorio ideale perché questi data center necessitano di spazio, di molta acqua e di sicurezza sismica, condizioni che in provincia di Rovigo ci sono. Se poi ci aggiungiamo infrastrutture buone anche se migliorabili. L’occupazione ne trarrebbe grande giovamento, sia per quella diretta che quella legata all’indotto. Sarebbe un valore aggiunto per tutto il territorio”.
“Serve però qualcuno che porti avanti questa visione”
“Io intanto rivolgo il mio invito agli amministratori pubblici e alle istituzioni, una forma di sensibilizzazione. Anche perché, sempre a proposito di opportunità, il Polesine deve riuscire ad essere trainante, ad insistere nel settore di tecnologia e innovazione per poter fare un salto di qualità”.
Servono quindi grandi investimenti
“Certo, occorre, come dicevo prima, saper attrarli. Come anche occorre investire per migliorare tante altre infrastrutture, viarie, commerciali e digitali. Da anni di parla di Nuova Romea, Transpolesana fino ad Adria, navigabilità del Canalbianco. Bisogna farle”.
Restando in veneto, tra poche settimane si voterà per le elezioni regionali.
“Spero non venga dimenticato quanto di buono fatto negli ultimi anni, magari solo per dare segnali di discontinuità. Non sto parlando dal punto di vista partitico o politico, si tratta di una costatazione. Ad esempio l’aeroporto Marco Polo negli ultimi 10 anni è cresciuto tantissimo per qualità di servizi e collegamenti con tutte le aree del mondo. Un esempio da seguire”.
La Voce nuova | Direttore responsabile: Alberto Garbellini
Editrice Editoriale la Voce Soc. Coop. | Piazza Garibaldi, 17 - 45100 Rovigo Telefono 0425 200 282 - Fax 0425 422584 - email: redazione.ro@lavoce-nuova.it
Per la tua pubbicita' su questo sito: commerciale.ro@lavoce-nuova.it
Editrice: Editoriale La Voce Società Cooperativa. “La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo.” Redazione: piazza Garibaldi 17, 45100, Rovigo tel. 0425 200282 e:mail: redazione.ro@lavoce-nuova.it sito: www.lavocedirovigo.it
Pubblicità locale: Editoriale La Voce Soc. Coop. Divisione commerciale Piazza Garibaldi 17 - 45100 Rovigo - Tel. 0425 200282. Pubblicità Nazionale: MANZONI & C. S.p.A. Via Nervesa, 21 - 20139 Milano - Tel. 02 574941 www.manzoniadvertising.com Stampa: Tipre srl Luogo di stampa: via Canton Santo 5 Borsano di Busto Arsizio. POSTE ITALIANE S.P.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004, n.46) art. 1, comma 1, DCB (Ro). Testata registrata “La Voce Nuova” Registrazione del Tribunale di Rovigo n. 11/2000 del 09/08/2000.
Testata aderente all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria www.iap.it. Iscrizione al ROC n. 23289. Associata FILE