VOCE
Taglio di Po
16.09.2025 - 11:00
Ancora polemiche a Taglio di Po, dove Italia Nostra, sezione di Rovigo e il Coordinamento della rete dei comitati polesani hanno chiesto le dimissioni del sindaco Layla Marangoni e della giunta. Al centro della controversia c’è l’accordo con la società Green House Energy per la realizzazione dell’impianto di biometano da matrici agricole e zootecniche, che secondo le associazioni potrebbe disperdere Pfas nell’ambiente, sostanze tossiche capaci di causare gravi patologie.
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La vicenda ha acceso un dibattito pubblico perché, secondo Italia Nostra e i comitati, l’amministrazione non avrebbe rispettato principi fondamentali di trasparenza e partecipazione: i cittadini non sarebbero stati coinvolti sin dalle prime fasi del procedimento autorizzativo e non sarebbero stati promossi incontri con le categorie produttive e le associazioni ambientaliste. Le associazioni denunciano anche i rischi concreti legati alla concentrazione di impianti nel raggio di pochi chilometri tra Taglio di Po e Ariano Polesine, con possibili aumenti di traffico, emissioni nocive, odori e proliferazione di insetti. Un territorio già segnato dalla presenza massiccia di allevamenti intensivi e dai problemi ambientali ad essi correlati, che rischia di trasformarsi in un vero e proprio distretto del degrado.
Inoltre, per Italia Nostra e i comitati, la giunta non avrebbe tenuto conto della vocazione storica, paesaggistica ed economica del territorio né delle linee guida del piano energetico regionale, che prevedono il coinvolgimento dei cittadini prima di qualsiasi decisione a forte impatto ambientale. Le associazioni riconoscono la possibilità di creare piccoli impianti sicuri, basati sull’economia circolare, capaci di produrre compost senza generare biometano o digestato contaminato. Solo un nuovo corso politico, sostengono, potrà garantire trasparenza, tutela della salute pubblica e protezione di un’area così delicata e preziosa. Per questi motivi Italia Nostra e i comitati chiedono che il sindaco Marangoni e la Giunta si facciano da parte, lasciando spazio a chi possa davvero difendere l’integrità e il futuro del Delta del Po, salvaguardandone bellezza e peculiarità.
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