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LA STORIA

Dal manga alle piazze

Il vessillo di One Piece diventa bandiera di libertà

Il vessillo di One Piece diventa bandiera di libertà

Quello che per milioni di lettori è il segno distintivo della ciurma di Monkey D. Rufy, nell’universo creato da Eiichiro Oda, è oggi anche un simbolo di ribellione politica. La bandiera dei “Pirati di Cappello di Paglia” – teschio sorridente con cappello di paglia su ossa incrociate – è apparsa in piazze e cortei dall’Asia all’Europa, trasformandosi in un’icona di protesta della Generazione Z.

Il primo avvistamento risale all’agosto 2024, in Indonesia, durante le manifestazioni contro il governo di Prabowo Subianto. Alla tradizionale bandiera rossa e bianca, molti dimostranti affiancavano il vessillo piratesco per denunciare corruzione e abusi di potere. Il successo è stato tale che alcuni politici hanno persino proposto di vietarne l’uso nei cortei. A settembre lo stesso simbolo è comparso in Nepal, nel cuore delle proteste che hanno portato alle dimissioni del primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli. Una delle immagini diventate virali sui social ritraeva la bandiera di One Piece appesa ai cancelli del Parlamento, mentre l’edificio era in fiamme, dopo il blocco governativo dei social network che aveva fatto esplodere la rabbia popolare.

Nelle Filippine, invece, il Jolly Roger è stato adottato dagli studenti indignati per la cattiva gestione dei fondi destinati alla prevenzione delle inondazioni: milioni di peso finiti in appalti fantasma, mentre intere comunità restavano senza protezione dai monsoni. Non solo Asia. In Francia, la bandiera dei Cappello di Paglia è stata sventolata nelle recenti manifestazioni del movimento “Bloquons tout”, nato per contestare le politiche del presidente Emmanuel Macron e del nuovo governo. Nel manga, la ciurma di Rufy combatte contro un “Governo Mondiale” oppressivo, incarnando l’ideale di libertà individuale e collettiva. È questa tensione – più che la semplice estetica piratesca – ad aver conquistato i giovani, che trovano nel vessillo un linguaggio universale di protesta.

Il fenomeno ricorda altri simboli pop usati nei movimenti sociali, come la maschera di Guy Fawkes resa celebre da V per Vendetta e poi adottata da Anonymous e da movimenti di piazza in tutto il mondo.

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