VOCE
rovigo
17.09.2025 - 05:59
Bufera politica per un post del sindaco sul paragone fra Charlie Kirk, l’attivista di destra americano assassinato nello Utah il 10 settembre scorso, e Giacomo Matteotti, martire polesano della lotta al fascismo. Un paragone che ha attirato critiche e distinguo.
Sul suo profilo Facebook Valeria Cittadin ieri ha scritto: “All’inizio del consiglio comunale abbiamo osservato un minuto di silenzio per onorare la memoria di Charlie Kirk. Perdere la vita a soli 31 anni, nel 2025, per le proprie idee, è qualcosa di sconvolgente e inaccettabile. Purtroppo, anche nel nostro consiglio comunale di Rovigo non c’è stata unanime solennità nel manifestare il ripudio di questo atroce assassinio. Una mancanza di sensibilità e rispetto che lascia amarezza. La violenza politica va condannata Sempre, senza se e senza ma. Non esistono morti di serie A e morti di serie B quando si tratta di libertà di pensiero, valori e diritti fondamentali. Fa ancora più male constatare che, a minimizzare o tacere, siano proprio coloro che si fanno grandi a celebrare Giacomo Matteotti, nostro illustre conterraneo, ucciso per le proprie idee. E anche questa volta, come spesso accade, c'è di mezzo Bella ciao”.
I commenti non si sono fatti attendere, Diego Crivellari, capogruppo del Pd in consiglio comunale spiega: “Il delitto di Kirk - premette - è un fatto orribile. Avvenuto dentro una università. Da condannare fermamente. Ed è un fatto che deve farci riflettere. Il valore della persona, il valore della vita umana è e deve rimanere il fondamento di ogni democrazia degna di questo nome. Premesso questo, io credo che la politica a tutti i livelli abbia oggi un obbligo morale che viene prima di tutto: abbassare i toni, evitare le esasperazioni, cercare di non promuovere ulteriori strappi e divisioni tra i cittadini. Per questo motivo, come minimizzare la violenza è assolutamente pericoloso, dall'altra parte eviterei di sovrapporre o strumentalizzare pagine così diverse per il tempo in cui sono accadute e anche per quello che hanno rappresentato”.
E precisa: “Matteotti è una memoria sacra per la nostra nazione e principalmente per un territorio come il nostro: ha sacrificato la sua esistenza per un ideale che si chiama socialismo, per l’emancipazione dei contadini, per la libertà e l'uguaglianza contro un regime autoritario che si stava tragicamente affermando in Italia. Allora si lasci stare ancora una volta ‘Bella ciao’, che ha un storia ben diversa e richiama la lotta contro la guerra e l'oppressione. Non possono esserci morti di serie A o serie B, ma questo non ci esime dalla conoscenza del passato e dal rispetto per la storia ed è anzi un invito ad approfondirla senza strumentalizzazioni e senza improbabili sovrapposizioni con il presente. Non voglio credere che l'obiettivo sia quello di additare a una parte di opinione pubblica la sinistra ‘cattiva’ o addirittura violenta: la sindaca sa benissimo che le forze della sinistra democratica hanno combattuto il terrorismo e garantito la tenuta sociale del nostro Paese. Dire altro è distorcere la nostra storia, spero non sia questo l'obiettivo”.
L’onorevole del Pd, Nadia Romeo esprime “sconcerto per il post che paragona l’assassinio di Giacomo Matteotti a quello di Charlie Kirk, accusando altri - tra cui chi da sempre si batte contro ogni forma di violenza e intolleranza - di silenzi o ambiguità. Prima di dare lezioni sugli ‘altri’, sarebbe bene esercitare un po’ di coerenza. Perché due pesi e due misure, in realtà, li ha proprio chi oggi si scandalizza selettivamente: dov’era la vostra voce davanti all’atroce omicidio razzista di Melissa Hortaman e di suo marito? Anche quello è stato un delitto legato all’odio, all’intolleranza, al disprezzo per la libertà e la dignità umana. Eppure, in quel caso, silenzio totale. Perché? Condannare la violenza sempre e comunque è un dovere. Ma strumentalizzare la morte di un uomo per attaccare l’antifascismo e perfino la memoria di Matteotti è una forzatura che non può passare sotto silenzio. Farlo usando perfino ‘Bella Ciao’ come bersaglio polemico è una distorsione inaccettabile. La storia d’Italia non si riscrive con i post. Servirebbe più coerenza, sobrietà, e umanità”. Indignazione da parte dell’ex sindaco Edoardo Gaffeo che si limita a dire: “Se possibile, mi vergogno io al posto suo”.
Laura Cestari, consigliere regionale della Lega spiega che “nei Paesi democratici la libera espressione è un valore sul quale non possiamo retrocedere. Il Polesine sa bene di cosa parlo, perché l’omicidio di Matteotti ha segnato la storia della nostra terra. Ogni fatto storico è figlio del suo tempo e deve essere contestualizzato: l'omicidio di Kirk rimane però un fatto gravissimo perché dimostra come, anche negli Usa, la strada verso il rispetto del pensiero divergente sia in salita”. Marco Venuto, consigliere di FdI, invece, rimarca che “se anche in consiglio comunale rappresentanti dei cittadini preferiscono uscire dall’aula piuttosto di celebrare un minuto di silenzio in memoria di Kirk, significa che si è superato il limite di guardia. Se politici, intellettuali, giornalisti arrivano a fare distinguo sulla morte di un ragazzo si finisce col fornire una giustificazione morale agli estremisti. Si finisce con alimentare l'odio”.
Elena Rossi, della Civica Rovigo motiva la sua uscita dall’aula consiliare al momento del minuto di silenzio richiesto dalla Lega: “La mia reazione è frutto proprio del mio percorso personale e politico che si ispira al rispetto dei diritti umani, della diversità e della difesa di chi viene marginalizzato. Ogni morte è una tragedia e merita rispetto, ma proprio per questo non può essere trasformata in strumento di contrapposizione politica. Non condividevo le idee di Charlie Kirk. È quindi paradossale che venga oggi indicato come simbolo di confronto civile. Se davvero vogliamo parlare di libertà e diritti umani, dobbiamo farlo con coerenza: senza decidere di volta in volta quali vite meritano cordoglio e quali possono essere dimenticate”.
In fine il sindaco Cittadin replica alle critiche dicendo che “non ho paragonato Kirk a Matteotti ma ho preso in considerazione la frase di Matteotti che vale per qualsiasi persona che viene uccisa per le sue idee. E’ sempre un giovane che è morto perché professava delle idee diverse. Non è un azzardo usare la frase di Matteotti. Kirk non lo considero xenofobo è uno che salvaguardava la sua cultura, il proprio credo e la propria fede e i suoi valori. Professare questi valori, qualsiasi valore, non giustifica per qualcuno che si spari. Non era omofobo Credo che l’elemento triste sia che ci sia qualcuno che la considera una morte minore”.
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