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Si è spento l’ultimo falegname

Lutto, affetto e lacrime in paese

Si è spento l’ultimo falegname

E’ venuto a mancare nei giorni scorsi Valentino Maghini, conosciuto da tutti come Valente, forse l’ultimo vero artigiano del paese. Con la sua scomparsa non si chiude solo una vita, ma un intero capitolo della storia di Bagnolo di Po. Una storia fatta di mani operose, fatica onesta, legno lavorato con pazienza e cura. Valente ha attraversato un secolo di profondi cambiamenti, portando con sé la memoria viva di un’Italia che si rialzava faticosamente dopo la guerra e l’alluvione del 1951. Iniziò giovane il mestiere di falegname, insieme al fratello maggiore Bruno.

Quando quest’ultimo si trasferì con la famiglia a Torino – raggiunto poi dagli altri fratelli e dalla sorella – Valente scelse di rimanere a Bagnolo, il suo paese, che amava profondamente e che non ha mai voluto abbandonare. Ha lavorato nelle case di tantissimi abitanti non solo di Bagnolo, ma anche a Runzi e Corà, Canda, Castelguglielmo, Trecenta, Gaiba. Ovunque era conosciuto e apprezzato per la sua serietà, la precisione, il rispetto dei tempi e il sorriso gentile. Realizzava serramenti, restaurava porte e finestre, sistemava tini e botti per la vendemmia. Nessun lavoro era troppo piccolo: aggiustava tapparelle, arrotava coltelli e seghe, e portava la sua sapienza in ogni casa come fosse un pezzo della famiglia. Valente era anche custode di antiche tradizioni contadine: per anni ha partecipato, insieme a zii e cugini, alla macellazione del maiale presso le famiglie del paese, contribuendo alla produzione di salami, pancette e altri insaccati, in un rituale che univa lavoro, festa e comunità.

La sua casa è sempre stata un porto sicuro, soprattutto d’estate, per i fratelli e le sorelle emigrati al Nord, a Torino e a Bolzano, che tornavano al paese per ritrovarsi. Arrivato alla pensione, Valente non si è mai fermato: ha coltivato l’orto, una delle sue passioni, e ha dato vita a una straordinaria collezione di miniature in legno, riproducendo attrezzi, utensili e oggetti del passato. Con mani pazienti e occhi curiosi ha ricreato la vita contadina di 50-60 anni fa, portando avanti un’opera di memoria viva, tramandata ai figli e ai nipoti. Le sue miniature sono state più volte esposte nelle sagre e fiere artigianali locali, ammirate da adulti e bambini, come una finestra su un mondo che non c’è più.

Ma Valente era anche un orgoglioso donatore Avis, iscritto alla sezione di Trecenta sin dagli anni ’70, fino al limite d’età. Le medaglie ricevute, la cravatta e la spilla col logo Avis erano tra i suoi ricordi più cari, simboli di un impegno civico e umano che non ha mai smesso di onorare. I funerali di Valentino Maghini si terranno giovedì alle ore 15 nella parrocchia di Bagnolo di Po.

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