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questura di rovigo

Un poliziotto di 100 anni

Antonio Sergi compie un secolo: dalla guerra di Liberazione, alla caccia ai banditi, al Terrorismo

Lo ascolti e la storia non è più fatta di pagine, ma di uomini, donne, ricordi, passioni. Perché Antonio Sergi, 100 anni, poliziotto - per forza di cose oggi in pensione - ha attraversato tutta la parabola dell'Italia repubblicana. Contribuendo a costruirla, come ha ricordato il prefetto di Rovigo Franca Tancredi. Prima che poliziotto, Antonio è stato un combattente per la libertà, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, prendendo parte alla Liberazione. Quindi, l'impegno in Polizia, fortemente voluto, sin dalla giovane età.

E' l'inizio di un lungo viaggio attraverso l'Italia e la nostra storia. Prima alla celere a Roma, quindi un anno a Bari, poi la "chiamata" nel reparto per la lotta alla repressione e al banditismo in Sicilia. "Vennero a cercare - ricorda Sergi - quelli di noi che avevano fatto la guerra. Io aderii immediatamente". Ancora, l'arrivo in Polesine, nel 1950, alla vigilia dell'Alluvione. "Fu un disastro - ricorda - un disastro impressionante". E il lavoro alla squadra mobile, quindi in Procura in via Mazzini, dove il suo ufficio fu sventrato dall'esplosione in occasione dell'assalto al carcere di Rovigo, nel 1982. "Io ero via - racconta - quando tornai mi dissero cosa fosse successo, io presi la pistola e corsi sul posto".

Anni difficili, anni duri. Oggi si dice "anni di piombo", ma la consuetudine e la ripetizione hanno quasi cancellato la realtà di quell'espressione e la vera comprensione di quel periodo, le angosce delle famiglie che vedevano un marito e un padre uscire in divisa la mattina e non sapere se sarebbe tornato la sera. Sensazioni che i due figli di Antonio, entrambi a Rovigo, l'uno in questura come poliziotto, l'altro avvocato con studio in città, invece ben conoscono e ben ricordano.

Un lungo viaggio, quello di Antonio, con alcuni punti cardinali: "Moralità, onestà, correttezza e rispetto delle persone". Quei requisiti che, ancora oggi, cita, quando gli viene chiesto un consiglio da dare ai "nuovi" poliziotti.

Per lui, nella mattinata di oggi, giovedì 18 settembre, il questore di Rovigo Eugenio Vomiero ha organizzato una festa di compleanno speciale, in occasione del compimento del secolo di vita. "Poliziotti si nasce e si rimane per tutta la vita - ha esordito, nell'introdurre le celebrazioni - Quando entrai in polizia il mio capo mi disse: 'Ricordati che la polizia è una famiglia'. Oggi, signori, è la storia che parla, la storia della Polizia di Stato".

Quindi, la parte ufficiale della celebrazione, con i discorsi delle autorità. Il momento forse più emozionante, però, è contenuto nel bel video realizzato dai poliziotti della scientifica, giovani professionisti della sicurezza che, dopo avere finito di intervistare Antonio, gli chiedono, colpiti da ciò che hanno ascoltato e dal personaggio: "Possiamo fare una foto con lei?". "E' un onore", la risposta, mentre con quelle mani di un secolo, agilissime, si chiude i bottoni della giacca per essere perfetto, inappuntabile, come se avesse ancora la divisa. E, sotto sotto, è proprio così.

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