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Babbo Natale commuove Cona

Il supereroe della generosità

Babbo Natale commuove Cona

Ci sono storie che non fanno rumore, che non riempiono le prime pagine ma che riescono a lasciare un segno profondo. È la storia del “Babbo Natale dei Bambini”, un giovane del Delta del Po che da anni dedica tempo, energie e risorse personali ai piccoli pazienti oncologici. Non cerca visibilità, non vuole riconoscimenti: preferisce rimanere anonimo, spinto solo dal desiderio di portare un sorriso a chi affronta la malattia in età troppo precoce. Nel reparto pediatrico dell’ospedale Sant’Anna di Cona ha consegnato ancora una volta giocattoli, strumenti utili e un messaggio di vicinanza alle famiglie.

Questa volta, però, dietro al suo gesto c’è un intreccio di storie. Tutto è nato da un incontro a Napoli con Daniela, madre di Sara, bimba volata via a soli 12 anni. Sara aveva una passione speciale: realizzare piccoli gioielli artigianali. La madre ha scelto di continuare quella passione con il progetto “Le creazioni di Sara”, trasformandolo in un mezzo di solidarietà. Dal confronto tra Daniela e il Babbo Natale dei Bambini è nata l’idea di una raccolta fondi a favore dei reparti pediatrici oncologici. Doveva durare un mese, dal 1° settembre, ma la generosità delle persone ha superato ogni previsione: prima ancora dell’avvio ufficiale, erano già arrivate donazioni e richieste di partecipazione.

L’obiettivo è stato raggiunto in pochi giorni e il progetto si è chiuso “ancora prima di cominciare”, come ha raccontato commosso il protagonista. Con i fondi raccolti sono stati acquistati strumenti per migliorare la quotidianità in reparto: giocattoli, scalda-biberon, bilance, termometri a distanza, due frigoriferi per le aree comuni, oltre a materiale utile per i genitori che trascorrono intere giornate accanto ai propri figli. La consegna è avvenuta domenica. Commoventi le parole del personale infermieristico, che ha riconosciuto il valore di un’iniziativa capace di trasformare il dolore in speranza. Non è la prima volta che questo “eroe silenzioso” riesce a mobilitare affetti e solidarietà. Negli anni ha costruito una rete di sostegno fatta di incontri, ascolto e progetti, tessendo legami che vanno oltre i confini locali e che dimostrano come il bene, anche se non fa clamore, sappia radicarsi e durare.

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