VOCE
SCUOLA
18.09.2025 - 17:32
Un sondaggio di Skuola.net su quasi 3mila studenti rivela che solo uno su cinque sente di poter scegliere liberamente come vestirsi a scuola. Quest’anno molti istituti hanno irrigidito il dress code: oltre alle classiche circolari sono comparsi anche opuscoli esposti nei corridoi che spiegano in dettaglio cosa è consentito e cosa no.
Tra i divieti più frequenti: gonne molto corte, pance scoperte, cappelli o cappucci in aula, unghie finte o eccessivamente lunghe, perfino zeppe giudicate “improbabili”. Circa tre studenti su dieci dicono di doversi vestire con particolare cautela per evitare richiami o sanzioni; un altro 55% riferisce pressioni costanti a presentarsi in classe con un abbigliamento ritenuto “adeguato”. A finire più spesso nel mirino sono soprattutto le studentesse. Le regole più comuni escludono top e canottiere troppo minimal, magliette che lasciano scoperte spalle e addome, scollature marcate, oltre a gonne o pantaloni considerati troppo corti.
Anche i jeans strappati compaiono spesso nella lista dei capi sgraditi. Non mancano poi formule generiche su abiti “sgarbati” o potenzialmente “distrattivi” per gli altri, lasciando ampi margini di interpretazione a chi deve far rispettare le norme. Il codice non riguarda solo i vestiti ma l’aspetto complessivo. In molte scuole sono bandite le unghie finte, talvolta bollate come “pericolose”, così come make-up molto appariscenti, tinte dai colori accesi, accessori vistosi o un numero ritenuto eccessivo di piercing. In alcuni casi si “consiglia” persino di legare i capelli se troppo lunghi. Per i ragazzi, l’attenzione è puntata soprattutto su barba e baffi: niente lunghezze eccessive, look trasandati o decorazioni particolari. In totale, circa un istituto su cinque ha inserito nel regolamento indicazioni puntuali anche per l’aspetto maschile.
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