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cia
21.09.2025 - 20:03
Un’annata con tante ombre e poche luci per la barbabietola da zucchero. Un dato su tutti: allo zuccherificio di Pontelongo (Padova) la campagna è terminata a mezzanotte dello scorso 10 settembre. “In netto anticipo rispetto alla media della stagione - sottolinea Cia Rovigo - Nel 2025, in Polesine, la superficie coltivata a barbabietola non ha raggiunto i 2.000 ettari complessivi: meno terreni dedicati, di conseguenza meno rese”. Pure se, va ricordato, la provincia di Rovigo rimane la prima relativamente a tale coltivazione a livello regionale. Fra le diverse criticità registrate, la primavera eccessivamente piovosa, appunto, ha compromesso le semine. Oltre al lisso, un coleottero parassita, che ha attaccato la pianta e diverse varietà di malerbe infestanti; anch’esse hanno impedito, almeno in parte, un corretto sviluppo vegetativo della stessa. Altalenante, inoltre, il grado zuccherino. “Nonostante le problematiche - precisa il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini - siamo chiamati a scommettere sul comparto, rimane un’eccellenza del territorio”. Serve, però, un forte intervento delle istituzioni: “In un mercato europeo già in difficoltà, l’accordo commerciale tra Bruxelles e i Paesi del Mercosur, Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, rischia di provocare seri danni all’unica filiera saccarifera attiva in Italia”. “In Sud America sono tuttora autorizzati dei principi attivi da anni vietati all’interno dell’area UE. Ciò determina un ingiusto vantaggio a scapito dei nostri agricoltori, i quali coltivano la barbabietola rispettando norme molto più stringenti”.
In tutto questo, “la barbabietola da zucchero va considerata anzitutto un’opportunità per le aziende agricole, sia in termini agronomici che economici”. Di fatto, si tratta di una radice che va a spaccare in profondità la soglia di lavorazione degli appezzamenti agricoli, smuovendo la terra in maniera del tutto naturale. Ed è proprio per questo, osserva Faccini, che “viene utilizzata per una corretta rotazione dei terreni”. Non solo. Viene definita una coltura “altruista” poiché rilascia delle sostanze nutritive utili per le coltivazioni successive quali, ad esempio, il grano e il mais. Per quanto riguarda il trend, nell’ultimo triennio la richiesta di zucchero italiano 100% è aumentata del 10%. “Agli imprenditori agricoli che continuano ad investire nella barbabietola dev’essere garantito un equo reddito. Necessario attivare gli incentivi finalizzati ad aumentarne la produzione”.
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