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ROVIGO CELLO CITY

Elio incanta il Sociale

Sold Out per il noto comico nell'inedito "VioloncElio"

La, re, sol, do: 4 note per un’infinità di suonate, e risate. Un tocco di pacata ironia, un remix tra teatro, lirica, pop e qualche stringata di violoncello. Elio, questa volta solo, senza le sue “storie tese”, non ha avuto dubbi: “Rovigo è la capitale mondiale del violoncello”. E come contraddirlo, vedendo il sold out che, domenica scorsa, ha fatto occupare tutti i posti del Teatro Sociale per il suo inedito “VioloncElio”, l’ultimo appuntamento della dodicesima edizione di “Rovigo Cello City”.

Debutto esplosivo, e già dai primi assaggi - tra platea gremita, il palco reale con il prefetto Franca Tancredi, il sindaco Valeria Cittadin e l’assessore Andrea Bimbatti - Stefano Belisario (questo il suo vero nome) è riuscito a incantare la prima serata d’autunno rodigina destreggiandosi tra sketch comici, cantate e intrattenimento puro per un finale col botto. La kermesse, che da fine agosto ha portato nei luoghi del capoluogo tanti nomi dell’eccellenza concertistica mondiale, come Maximilian Hornung, Peter Somodari ed Ettore Pagano, è approdata sul palco teatrale con un quintetto d’archi, alcune voci emergenti, e i suoi “Violoncelli” prontamente intervistati dall’irriverente Elio nei primi momenti della serata. Bilancio? Tutti giovanissimi, tutti bravissimi e tutti ispirati o formati dal maestro Luigi Puxeddu, direttore del Festival più volte citato dal comico per il legame che li unisce; amicizia che ha permesso di far prendere forma allo spettacolo. Grazie agli arrangiamenti di Marco Rosetti, tanti i brani suonati: da “Impressioni di settembre”, “Too sweet”, “Lovely”, e ancora, “Golden”, per approdare poi ai cavalli di battaglia del cantante, come “La terra dei cachi” e “Tapparella”. Risate anche in mezzo alla platea, quando Elio, travestito da violoncello, ha iniziato a gironzolare tra le sedute – appena rinnovate - in cerca di timide risposte per verificare l’adeguata conoscenza nel pubblico di uno strumento così famoso. Chiusura in lirica con la sua interpretazione de “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini. “Largo al factotum” è la cavatina che ha abilmente cantato, tra il moto possente del barbiere sopraffatto dai clienti, e un bicchiere di vino giusto, per riprendere il fiato e finalmente liberare il “Figaro” finale, col petto in do maggiore. Factotum di fatto per  Elio e i giovani artisti, vera accoppiata da applausi scroscianti

 

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