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La tragedia Coimpo

Morirono in quattro: "Ancora nessun indirizzo"

La denuncia del padre di una delle vittime

Morirono in quattro: ancora nessun indirizzo

Adria ha commemorato l’11esimo anniversario della tragedia della Coimpo di Ca’ Emo, che nel 2014 costò la vita a quattro lavoratori: Giuseppe Baldan, Nicolò Bellato, Marco Berti e Paolo Valesella. Un incidente che segnò profondamente la comunità e che ancora oggi richiama dolore, memoria e riflessione.

La cerimonia si è svolta con una messa in suffragio delle vittime al centro parrocchiale “Don Giuseppe Tinello”, officiata da don Mario Bruson. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Adria, che ha voluto mantenere viva la memoria di quei lavoratori. Alla celebrazione erano presenti il prefetto di Rovigo Franca Tancredi, il sindaco di Adria Massimo Barbujani, il primo cittadino di Porto Tolle Roberto Pizzoli, l’assessore regionale Cristiano Corazzari e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Tanti i sindaci presenti provenienti da tutto il Polesine e quasi tutta la giunta comunale di Adria per un momento solenne e partecipato, che ha unito istituzioni e cittadini nel ricordo. Particolarmente toccante la testimonianza di Luca, figlio di Marco Berti, che all’epoca della tragedia aveva solo 6 anni: “Avrei voluto che mio papà mi vedesse crescere. Non c’è stato, ma so che ogni mia scelta è stata accompagnata dalla sua presenza”.

Commoventi anche le parole di Carlo, padre di Nicolò Bellato: “Non si può morire per il lavoro. Mio figlio era uscito di casa per guadagnarsi da vivere e non è più tornato. Dopo undici anni, le famiglie non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo”.

Il sindaco Barbujani ha ricordato il valore universale di questa ricorrenza: “Ogni anno in Italia più di 600 persone perdono la vita sul lavoro. E’ inaccettabile, significa che i controlli e le misure di sicurezza non sono ancora sufficienti”.

Il prefetto di Rovigo Franca Tancredi ha sottolineato l’importanza di una responsabilità condivisa: “Ognuno di noi deve essere sentinella del proprio territorio, affinché tragedie come questa non si ripetano”.

Al termine della funzione, un corteo ha accompagnato le autorità e i familiari fino al piazzale “Vittime del lavoro”, dedicato ai quattro operai scomparsi. Qui è stato deposto un mazzo di fiori davanti alla lapide che ne ricorda i nomi, in un silenzio carico di commozione.

La memoria della tragedia Coimpo rimane ancora una ferita aperta nel cuore di Adria, una tragedia che ancora non vede la parola fine .

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