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porto viro
25.09.2025 - 20:06
A Porto Viro, prima uscita pubblica per Gabriele Finotello, il 34enne che ha beneficiato di un provvedimento di grazia firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Finotello, che fino a mercoledì pomeriggio stava scontando la pena agli arresti domiciliari, è al centro di un caso che ha riacceso il dibattito sull’uso della grazia e sulla valutazione delle circostanze attenuanti nei casi di violenza domestica.
Il provvedimento del Colle riguarda quattro persone e, per quanto riguarda Finotello, la nota ufficiale sottolinea la necessità di tenere conto delle condizioni di salute del condannato e del “particolare contesto” in cui è maturato il fatto: l’omicidio volontario del padre commesso nel febbraio 2021, per il quale la Corte d’Assise aveva riconosciuto una parziale infermità e inflitto una pena definitiva di nove anni e quattro mesi.
A commentare l’esito della procedura è il suo avvocato, Marco Linguerri di Ferrara, che ha ricevuto la notizia prima della notifica ufficiale ai carabinieri. “Una soddisfazione immensa, quasi ancora si fa fatica a crederci”, dice Linguerri, che ringrazia il presidente per aver valutato con attenzione sia il quadro giudiziario sia gli aspetti umanitari e clinici esposti nell’istanza di grazia.
Secondo il legale, il provvedimento “ha tenuto conto di una situazione che, se avesse avuto un epilogo diverso e avesse portato Finotello in carcere, sarebbe stata giusta da un lato ma profondamente ingiusta dall’altro. Questa vicenda testimonia che la giustizia nel nostro Paese c’è e funziona”.
Anche l’amministrazione comunale di Porto Viro ha espresso parole di sollievo. Il sindaco Mario Mantovan, parlando sia a titolo ufficiale sia personale, ha ricordato il giovane come “un ragazzo serio” e ha ringraziato il presidente della Repubblica “per aver rimandato a casa un ragazzo che, nella nostra comunità, non meritava il carcere. Ho parlato con delle sue colleghe di lavoro che lo descrivono come un bravissimo ragazzo”, sottolineando infine come Finotello avesse già mostrato interesse per l’impegno civico e politico e che “Porto Viro lo riabbraccerà con piacere”.
Il provvedimento ha però suscitato reazioni critiche sui social e nella stampa. Il giornalista ed ex parlamentare Mario Adinolfi, ad esempio, ha pubblicato un post molto duro, ricordando i fatti contestati e mettendo in relazione il caso con altri episodi che, a suo giudizio, evidenziano un’attenuazione, nella giurisprudenza e nell’opinione pubblica, della punizione per chi commette omicidi in ambito familiare.
I fatti risalgono al 22 febbraio 2021: Finotello, all’epoca 29enne e operatore socio-sanitario, uccise il padre Giovanni al culmine di una lite nella loro abitazione; la Corte d’Assise aveva riconosciuto una parziale infermità e ridotto la pena in appello rispetto al primo grado, fino alla conferma in Cassazione.
La richiesta di grazia, presentata dall’avvocato difensore, aveva posto l’accento sulla necessità di cure e di un percorso terapeutico fuori dal carcere, elementi che il Quirinale e i pareri degli organi competenti hanno ritenuto meritevoli di attenzione.
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