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Agricoltura

“Difendiamo tutti il nostro grano”

Piazza Vittorio Emanuele II invasa dall’onda gialla della manifestazione regionale di Coldiretti

Una marea gialla, gialla come il grano, gialla come il mais, gialla come le insegne di Coldiretti, ha invaso venerdì mattina piazza Vittorio Emanuele II per la manifestazione regionale, ma unica al nord, in difesa del grano nazionale e dell’intera ceralicoltura.

“Basta trafficanti di grano, salviamo il nostro futuro”, lo slogan della mobilitazione di Coldiretti che ha visto scendere nelle piazze da Bari, Cagliari, Firenze e Palermo 20mila agricoltori. E svariate centinaia a Rovigo, 1.500 per gli organizzatori, dove si sono ritrovate le delegazioni dei tutte le province del Veneto. “Basta schifezze dall’estero”, “Giù i prezzi su la testa”, “Stiamo coltivando rabbia”, alcune delle frasi che campeggiavano sui cartelli, mentre dal palco in tanti, moderati dalla delegata provinciale Coldiretti Giovani Anna Maria Mantovani, hanno raccontato le proprie esperienze. “Sono alla quarta generazione nell’azienda di famiglia - è stata la prima testimonianza - e quando vado a fare i conti mi vergogno, perché facciamo fatica ad arrivare a fine mese: dare un reddito dignitoso agli agricoltori è la base”.

Il punto? Che il prezzo del grano al produttore è sceso sotto i 28 euro a quintale perdendo il 30% in un anno, mentre i costi sono saliti. Questo anche perché, è stato ribadito, “ci troviamo inondati di mais canadese che arriva senza dazi ma con il glifosato”. Arrivando così al paradosso che “per prendere un caffè dobbiamo vendere quattro chili di grano”.
Il presidente di Coldiretti Veneto e Rovigo Carlo Salvan, che insieme ad una delegazione di tutte le province è stato ricevuto dal prefetto Franca Tancredi alla quale ha consegnato il piano programmatico di Coldiretti, lo stesso che in quel preciso momento il presidente nazionale Ettore Prandini consegnava al ministro Francesco Lollobrigida, ha rimarcato: “Siamo qui in piazza a Rovigo, per un giorno capitale del Veneto, arrabbiati ma pacifici. La situazione è diventata insostenibile. Abbiamo il dovere di mettere tutte le istituzioni a conoscenza dei problemi che imperversano sul settore cerealicolo, soprattutto per quanto riguarda le speculazioni di mercato chiediamo strumenti per poter continuare a fare il nostro lavoro. Non siamo solo un settore economico, ma anche un presidio di garanzia per i consumatori e salvaguardia per il nostro territorio. Quotidianamente assistiamo alla perdita di valore del grano, mentre i costi di produzione continuano a salire. A peggiorare le cose, ci sono le importazioni selvagge, aumentate del +28% nei primi quattro mesi del 2025. Così si affossa il nostro lavoro e si mette in discussione la sovranità alimentare del Paese”.

Il Veneto è una delle principali regioni cerealicole d’Italia, con 253mila ettari coltivati a mais, grano tenero e duro, orzo e riso Rovigo è il “granaio veneto”, cuore pulsante della coltivazione di frumento, con oltre 94mila ettari, di cui 10mila a grano duro.
Presenti in piazza anche i sindaci di Rovigo, Badia Polesine, Porto Viro, Villadose, Rosolina, Costa, Ceregnano, San Martino, Canda, ed assessori e consiglieri di Rovigo, Adria, Porto Tolle, Lendinara, Canaro, Frassinelle, Pettorazza.
Fra gli interventi, anche quelli degli agricoltori polesani, come Massimo Patergnani, che ha posto il tema dei problemi ulteriori e specifici del Polesine, come i danni delle nutrie, i costi della bonifica in un territorio sotto livello del mare e las risalita del cuneo saline. Come Valentino Bosco, che da bieticoltore ha evidenziato la situazione nel comparto dello zucchero. Come Simone Moretti, che ha posto in rilievo l’importanza dei fondi mutualistici. E come Roberto Santato che ha raccontato la propria storia personale: “Sono nato in una famiglia di frutticoltori, sono cresciuto con le piante di pere abate, poi è arrivata la cimice asiatica. Ho resistito finché ho potuto, poi ho dovuto prendere la decisione più dura della mia vita: estirpare tutto. Un taglio con la mia storia. E ho iniziato a seminare cereali. All’inizio sembrava andar bene. Ora sento che sto di nuovo camminando su un filo”.

Le proposte, portate all’attenzione del Prefetto, e poi spiegate alla piazza gremita, sono le seguenti: una strategia nazionale per gli stoccaggi, un piano invasi per la risorsa acqua, ricerca e Tea per adattarci al cambiamento climatico, una commissione unica nazionale sul grano come gli altri cereali per evitare quotazioni falsate, contratti di filiera come strumento ordinario e chiaro, stop all’import sleale e all’introduzione di grano canadese che è trattato con glifosate. E infine Ismea: si parta al più presto con la determinazione del costo minimo di produzione, differenziato per territorio.
“Con l’agroalimentare - ha rimarcato Salvan - siamo la seconda economia in Italia: seminativi estensivi, pesca, ortofrutta, pianura colli e montagna, lagune e laghi, vitivinicolo e zootecnia. Un patrimonio incredibile, da preservare e valorizzare. Da questa piazza e da tutte le altre, si leva un forte grido e un richiamo collettivo un grido che sa di speranza e di futuro”.

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