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Alle elementari 60 stranieri e un italiano

Il caso della primaria di Mestre fa scalpore

Pochi controlli sui solai

All’istituto comprensivo “Giulio Cesare” di Mestre (Venezia) la presenza di alunni stranieri ha raggiunto livelli mai registrati prima. Alla primaria “Cesare Battisti”, in particolare, nell’anno scolastico in corso risultano iscritti 61 bambini, tra i quali soltanto uno di nazionalità italiana. Una situazione che alcuni genitori definiscono insostenibile, al punto da decidere di trasferire i figli in altri plessi o, in alcuni casi, in scuole private.

"Non è una questione di quote – spiegano – ma senza la lingua non c’è integrazione". Diverse famiglie raccontano le difficoltà quotidiane: dalla comunicazione con i genitori che non parlano italiano, fino alla necessità per gli insegnanti di chiedere ai bambini di tradurre durante i colloqui scolastici. Alcuni genitori sottolineano episodi di incomprensione persino nelle più semplici regole igieniche o nella gestione delle attività di classe.

Il Consiglio d’istituto ha sollevato ufficialmente la questione, evidenziando come la concentrazione di alunni con “Bisogni Educativi Speciali” di natura linguistica contrasti con il protocollo regionale che prevedeva una distribuzione equilibrata. Gli insegnanti parlano di crescenti difficoltà didattiche e organizzative, mentre le famiglie chiedono il ripristino degli scuolabus per redistribuire gli alunni non italofoni tra più scuole del territorio.

La questione è arrivata anche in Comune. L’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini, ha riconosciuto la gravità del problema e la necessità di un intervento da parte del Ministero e degli Uffici scolastici, sottolineando l’impegno del corpo docente, definito “eroico”, ma messo a dura prova da numeri così elevati.

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