VOCE
coldiretti
26.09.2025 - 13:20
“Sono manovre di veri e propri trafficanti quelle a cui stiamo assistendo sui cereali”: sono le parole del presidente, sia provinciale che regionale, di Coldiretti Rovigo e Veneto Carlo Salvan, nel descrivere la motivazione più forte che ha portato l’associazione di categoria a scendere in piazza.
Le speculazioni sui cereali sono ormai diventare insostenibili, per questo Coldiretti Veneto è scesa oggi in piazza nel granaio regionale di Rovigo: queste manovre rischiano di far drasticamente diminuire le capacità produttive del Paese, in un settore strategico per l’approvvigionamento alimentare, con pesanti conseguenze dal punto di vista economico e ambientale. Erano in 1500 stamattina in piazza Vittorio Emanuele II per manifestare tutte quelle preoccupazioni che stanno investendo l’intero settore cerealicolo, vessato da cambiamenti climatici, tra siccità e bombe d’acqua, import sleale e mancanza di reciprocità sugli accordi internazionali e non da ultimo, il fenomeno speculativo sui prezzi che sta affossando il settore.
In piazza decine di sindaci e delegati comunali, tra loro ha portato il saluto la primo cittadino di Rovigo Valeria Cittadin che ha espresso il suo appoggio per il saper fare sindacato come Coldiretti e per le istanze, più che legittime, portate in piazza in quanto di interesse di tutti, dai produttori ai consumatori.
Una delegazione di Coldiretti Veneto, capitanata dal presidente Carlo Salvan e il direttore Marina Montedoro è stata accolta dal Prefetto di Rovigo Franca Tancredi: le è stato consegnato un documento dove si spiegano tutte le motivazioni della nostra discesa in piazza. Il Prefetto ha accolto il documento consegnato e riferito che lo avrebbe inoltrato alle autorità competenti. Le proposte, portate all’attenzione del Prefetto, e poi spiegate in piazza alla piazza gremita, sono le seguenti: una strategia nazionale per gli stoccaggi, un piano invasi per la risorsa acqua, ricerca e Tea per adattarci al cambiamento climatico, una CUN sul grano come gli altri cereali per evitare quotazioni falsate, contratti di filiera come strumento ordinario e chiaro, stop all’import sleale e all’introduzione di grano canadese che è trattato con glifosate. E infine Ismea: si parta al più presto con la determinazione del costo minimo di produzione, differenziato per territorio.
Negli interventi dei soci e dei presidenti, si sono succedute tutte le delegazioni provinciali. A chiudere il cerchio Salvan nel suo intervento finale dove, prima di tutto, ha ringraziato elencando tutte le autorità che in tempi celeri hanno concesso autorizzazioni e permessi per permettere questa mobilitazione. “La proposta presentata al Prefetto abbraccia diverse riflessioni perché il settore sta attraversando una fase critica e Coldiretti è intenzionata a proteggere colture e imprese, per questo le proposte che si possono adottare per tutelare produzioni e produttori sono le più varie – ha spiegato Salvan –. Sono certamente scelte coraggiose, ma necessarie per dare risposte a un segmento agricolo che sta lavorando in perdita”.
“Sono tanti i temi e i percorsi che la nostra organizzazione porta avanti, tutti i giorni; solo quest’anno siamo scesi in piazza tre volte: per la gestione del rischio, per i cibi cellulari e oggi per quello che è un orgoglio polesano come i cereali. Oggi portiamo in piazza una denuncia vera e propria: non possiamo più fare cereali se non abbiamo adeguati strumenti e margini di reddito sufficienti” ha proseguito il presidente.
“Sia ben chiaro a tutti – ha poi concluso - che con l’agroalimentare siamo la seconda economia in Italia: seminativi estensivi, pesca, ortofrutta, pianura colli e montagna, lagune e laghi, vitivinicolo e zootecnia. È un patrimonio incredibile, da preservare e valorizzare e oggi lo facciamo con quella forza che solo la Coldiretti può avere. Oggi si leva un forte grido e un richiamo collettivo da questa piazza e da tutte le altre, un grido che sa di speranza e di futuro. Vogliamo semplicemente continuare a vivere in questo territorio, renderlo più bello e attrattivo, chiediamo il rispetto che meritiamo per le nostre lavorazioni, vogliamo poterlo fare oggi e dare questa possibilità anche alle prossime generazioni”.
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