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CRONACA

Dopo la multa da 500 milioni, Apple attacca l’Ue

L’azienda chiede abrogazione del Digital Markets Act, Bruxelles resiste

Dopo la multa da 500 milioni, Apple attacca l’Ue

Apple ha inviato a Bruxelles una comunicazione formale in cui chiede di abrogare il Digital Markets Act (Dma), la legge entrata in vigore nel 2024 che punta a prevenire gli abusi di posizione dominante delle Big Tech. Nel documento, l’azienda sostiene che il Dma ha danneggiato i servizi agli utenti e li ha esposti a rischi inediti e propone l’adozione di uno strumento legislativo più appropriato.

Il braccio di ferro tra Apple e Ue
La richiesta arriva in un momento di forte tensione tra Bruxelles e l’azienda di Cupertino. Ad aprile, la Commissione europea ha multato Apple per 500 milioni di euro, a seguito di un’indagine che puntava a stabilire se le regole dell’App Store impedissero agli sviluppatori di proporre offerte più economiche al di fuori dell’ecosistema Apple. La Commissione insiste che app e dispositivi di una sola azienda debbano funzionare anche con quelli della concorrenza, mentre Apple considera l’esclusività dei prodotti un elemento distintivo del suo marchio.

La copertura politica di Trump
A giugno, Apple aveva annunciato modifiche alla politica dell’App Store per evitare ulteriori sanzioni Ue, ma ora l’azienda rende pubblici i propri dissapori con Bruxelles. A sostenerla potrebbe esserci il governo americano: Donald Trump ha più volte criticato le regole Ue sul digitale, minacciando addirittura dazi sui prodotti europei se il Dma non fosse stato rivisto, come già accaduto con Google.

Bruxelles tiene il punto: «Non siamo sorpresi»
Il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, ha risposto che il documento di lobbying di Apple non sorprende: l’azienda ha contestato ogni parte del Dma sin dall’inizio. Secondo Bruxelles, l’atteggiamento di Apple mina la narrativa della collaborazione con la Commissione e la sanzione inflitta era prevedibile. Regnier conclude sottolineando che la governance del Dma è competenza esclusiva dell’Ue e che nessun passo indietro è previsto.


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