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veneto
26.09.2025 - 08:12
Due diversi episodi di tentato borseggio sono stati sventati nei giorni scorsi dal nucleo anti-borseggio della polizia locale di Venezia, nell’area di San Marco. In entrambi i casi le protagoniste sono risultate giovanissime, tutte minorenni, fermate in flagranza dagli agenti.
Il primo intervento risale al pomeriggio di sabato 20 settembre, quando una pattuglia in servizio in Calle Vallaresso, in direzione Frezzeria, ha notato due tredicenni già conosciute per precedenti episodi di borseggio. Le giovani hanno preso di mira una turista coreana diretta verso l’imbarcadero “San Marco Vallaresso”. Una delle due ha aperto la zip dello zainetto della vittima, mentre la complice cercava di coprirla con il corpo. L’azione è stata immediatamente interrotta dagli agenti, che si sono qualificati e hanno ricevuto la disponibilità della turista a sporgere querela. Le due minori, non imputabili per legge, sono state accompagnate al comando per l’identificazione foto-dattiloscopica e successivamente trasferite in una struttura di accoglienza.
Il secondo episodio si è verificato nel pomeriggio di martedì 23 settembre, tra Frezzeria e Salizada San Moisè. Gli agenti hanno osservato tre ragazze, già note per reati analoghi, che seguivano un gruppo di turiste lungo Calle XXII Marzo. In prossimità della Chiesa di San Moisè una tredicenne ha tentato di aprire lo zaino di una turista inglese del 1959, mentre una quattordicenne e una quindicenne la coprivano. L’intervento degli agenti è stato immediato: le tre sono state fermate all’interno della chiesa, con la tredicenne che aveva ancora la mano nello zaino. La vittima ha presentato querela alla sezione di San Marco. Le tre giovani, prive di documenti, sono state identificate: la quattordicenne e la quindicenne denunciate per tentato furto con destrezza, la tredicenne riaffidata a una comunità.
"Ancora una volta la prontezza e la professionalità del nucleo anti-borseggio hanno permesso di sventare episodi che avrebbero colpito ignari visitatori", ha commentato l’assessore alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, sottolineando la necessità di un inasprimento delle pene come deterrente per questo tipo di reati.
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