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SALUTE

A Padova il primo prelievo a cuore fermo su un bimbo

Fegato e reni salvano tre bambini

Miracolo a Padova: nuova vita a una bimba di un anno

Con un intervento senza precedenti in Italia, un’équipe multidisciplinare dell’Azienda ospedaliera di Padova ha eseguito il primo prelievo di organi in ambito pediatrico da donatore a cuore fermo controllato. Un bimbo di sei anni, per il quale non era possibile l’accertamento di morte cerebrale con criteri neurologici, ha donato fegato e reni, offrendo una seconda chance a tre coetanei in attesa di trapianto tra Padova e la Lombardia. Un risultato che arriva a pochi mesi dall’introduzione, l’11 maggio scorso, della tecnica da parte del professor Gino Gerosa, direttore del «Centro Gallucci» di Cardiochirurgia.

La procedura, nota per la sua complessità, prevede la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale e l’attesa dell’arresto cardiaco. La legge impone un periodo di osservazione di 20 minuti prima di ogni intervento. Trascorso questo tempo, i chirurghi avviano la perfusione degli organi da prelevare attraverso un macchinario extracorporeo, per preservarli dall’assenza di ossigenazione e mantenerne la funzionalità in vista del trapianto. Come ha spiegato il dottor Demetrio Pittarello, responsabile del Coordinamento trapianti, si tratta del passaggio cruciale che evita il deterioramento di fegato e reni quando il sangue non circola più.

L’ospedale patavino parla di “grande successo di squadra”. Oltre al Coordinamento trapianti del dottor Pittarello, hanno collaborato: - la Terapia intensiva pediatrica della dottoressa Angela Amigoni - la Cardiochirurgia pediatrica guidata dal professor Vladimiro Vida - la Chirurgia dei trapianti di fegato del professor Umberto Cillo - la Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas diretta dalla professoressa Lucrezia Furian - la Chirurgia pediatrica affidata alla professoressa Patrizia Dall’Igna Determinante anche il lavoro del personale infermieristico del Gruppo operatorio Tropea e della Fisiopatologia cardiocircolatoria, diretta dal dottor Fabio Zanella.


Il prelievo a cuore fermo controllato è praticato in dieci centri trapianti italiani; finora aveva riguardato 81 donatori adulti e un solo donatore di 17 anni all’ospedale di Bergamo. A Padova, per la prima volta nel nostro Paese, la tecnica è stata applicata con un donatore pediatrico. È un passo che amplia in modo concreto le possibilità di trapianto per i bambini in lista d’attesa.


In questa occasione, nonostante l’alert diramato dal Coordinamento trapianti a livello nazionale e internazionale, non sono arrivate richieste per un trapianto di cuore pediatrico. A differenza di quanto accaduto l’11 maggio con l’équipe del professor Gerosa — quando il cuore era stato “rianimato” e perfuso in vista del reimpianto — questa volta il cuore non è stato utilizzato. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, ha espresso un doppio ringraziamento: ai professionisti per il risultato e ai genitori del piccolo donatore per aver trasformato la tragedia in un gesto di straordinario altruismo.


I tre piccoli pazienti che hanno ricevuto fegato e reni sono stati operati un mese fa: le loro condizioni sono buone e hanno ripreso le attività quotidiane. Un dato che non è solo clinico, ma umano: ogni trapianto riuscito è tempo restituito all’infanzia.

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