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Il meeting per salvare le lagune

Life transfer, che ha come obiettivo il ripristino della tutela degli ecosistemi lagunari

Il meeting per salvare le lagune

Rosolina ha ospitato il meeting finale del progetto europeo Life transfer, che ha come obiettivo il ripristino della tutela degli ecosistemi lagunari.

L’incontro si è tenuto giovedì scorso al Centro Congressi di Rosolina Mare e il progetto coinvolge Italia, Grecia e Spagna. Il Parco regionale del Delta del Po è stato uno dei partner principali, insieme all’università di Ferrara che ha coordinato le attività.

Il progetto è stato avviato con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione degli habitat lagunari attraverso il trapianto di fanerogame marine, piante acquatiche fondamentali per l’equilibrio ecologico e la qualità delle acque. Le attività hanno interessato otto siti Natura 2000, tra cui la Sacca di Goro, le valli di Comacchio e l’area di Rosolina Mare. Le fanerogame, come la Ruppia cirrhosa e la Zostera noltei, hanno avuto il compito di favorire la colonizzazione naturale su larga scala, garantendo ossigenazione e stabilità all’ambiente lagunare.

Durante il meeting finale, è stata presentata la rendicontazione delle azioni svolte, alla presenza dei rappresentanti dei vari Stati membri coinvolti. Il presidente del Parco del Delta del Po Veneto, Moreno Gasparini, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Oggi abbiamo concluso un percorso importante che ha dimostrato come progetti di questo tipo possano avere ricadute concrete sulla tutela della biodiversità. Non si tratta solo di ripiantumare fanerogame, ma di creare un equilibrio tra acque dolci e salmastre, condizione essenziale per mantenere vivo il nostro ecosistema”.

Gasparini ha anche evidenziato il valore aggiunto che simili progetti portano al territorio: “Spesso il Parco viene associato soltanto al turismo o alla realizzazione di piste ciclabili, ma il suo compito primario resta la salvaguardia della biodiversità. Con Life transfer abbiamo creato consapevolezza, rafforzato la collaborazione internazionale e dato un contributo anche al settore della pesca, che potrà beneficiare di acque più ossigenate e con un pH più stabile”.

Il meeting di Rosolina ha dunque rappresentato la chiusura di cinque anni di lavoro condiviso tra università, enti di ricerca e amministrazioni locali. Il progetto ha dimostrato come la cooperazione europea possa produrre risultati concreti, capaci non solo di proteggere la natura ma anche di generare nuove opportunità di turismo sostenibile e di valorizzazione del territorio deltizio.

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