Cerca

San Bellino

Deltarte rilegge Il Pastor Fido con Giulia Dall'Ara

A San Bellino il nuovo murale di Giulia Dall’Ara tra memoria, scuole e rigenerazione degli spazi comunitari

A San Bellino, il Festival Deltarte ha inaugurato una nuova opera murale che intreccia arte contemporanea e memoria locale. Il lavoro, firmato da Giulia Dall’Ara, è ispirato al Canto IV del Pastor Fido, il capolavoro pastorale di Battista Guarini che, secondo la tradizione, fu composto in parte proprio qui, “nella quiete della campagna”, come ricorda l’assessore alla Cultura Raffaele Campion.

L’intervento segna il quarto ritorno di Deltarte nel comune polesano e sposta il baricentro dall’edificio scolastico e dalla biblioteca alla facciata del Centro Giovani e del Polo sociosanitario, “un luogo votato ai servizi per la comunità”, sottolinea Campion, “che da oggi dialoga anche con la nostra storia”.

La scelta del soggetto non è casuale: il Pastor Fido – ambientato in un’Arcadia mitica – diventa metafora di un territorio che, senza rinnegare le radici, guarda all’innovazione culturale. “Quest’anno Deltarte tocca San Bellino con un tema intimamente legato alla nostra identità”, prosegue l’assessore. “L’opera di Dall’Ara rilegge Guarini e rinsalda il rapporto fra il Festival e la realtà del paese”.

Per l’artista, emiliana e new entry in Veneto, si tratta della prima traccia murale nella regione. “È stata un’esperienza bellissima”, racconta Dall’Ara. “Confrontarmi con una tragicommedia del passato mi ha costretto a una ricerca accurata e a scegliere un punto di vista. L’idea era offrire un’interpretazione attuale della storia, senza tradirne l’anima”.

Il cantiere creativo è stato accompagnato da laboratori con le scuole, promossi da Deltarte: “Gli studenti si sono incuriositi e coinvolti; vedere la storia trasformarsi in immagini davanti ai loro occhi è stato potente”.

Melania Ruggini, direttrice di Deltarte, spiega la genesi: l’input è arrivato dallo stesso assessorato alla Cultura, nell’ottica di una programmazione che metta in rete patrimonio letterario e spazi pubblici. “L’arte, legata alle origini del territorio e alle sue storie, fa la differenza”, afferma.

Il risultato è una grande parete che porta nell’oggi l’eco dell’Arcadia: figure sospese tra campagna e mito, cromie calde, dettagli capaci di farsi racconto. San Bellino aggiunge così un nuovo tassello al proprio percorso di rigenerazione estetica e civile: un muro che educa e accoglie, posto proprio dove la comunità si ritrova. Un invito a leggere il passato per immaginare il futuro.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400