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“Ci devono prendere i genitori”

Gli utenti: “A Bosaro va bene”. “Il pomeriggio peggio”

“Ci devono prendere i genitori”

Autobus sovraffollati, corse cancellate, collegamenti ridotti verso i paesi e le frazioni. Le segnalazioni sui disservizi del trasporto pubblico continuano ad aumentare. A risentire dei problemi al servizio sono soprattutto gli studenti e i pendolari, costretti ogni giorno a fare i conti con orari non rispettati e mezzi spesso in ritardo.

“Gli orari delle corriere sono molto distanziati e ce ne sono pochi - spiega Maria - Sono gli unici che ci collegano ai paesini, però si dovrebbe fare di più: più linee, più orari e non così diradati. Si spera che possa migliorare”.

Linda descrive la situazione nelle ore di punta: “La mattina va meglio ma il pomeriggio spesso le corriere sono in ritardo e nei periodi scolastici sono sovraffollate. In treno ogni tanto ci sono ritardi e magari ci si trova a dover chiamare i genitori per farsi venire a prendere. C’è anche tanta maleducazione: gente che occupa posti riservati a disabili o donne incinte, gente che fuma in corriera quando non si può. A volte l’autista deve fermarsi per chiedere di smettere e non riesce nemmeno a vedere dietro per il fumo”.

Non tutti, però, riscontrano problemi. “Io abito a Bosaro e c’è sempre una corriera che fa il bis - racconta Lorenzo - Per me il trasporto pubblico funziona, anche se so che per Polesella c’è sovraffollamento, ma quella linea non la prendo”.

Per chi lavora da pendolare, invece, i disagi si fanno sentire ogni giorno. Arianna viaggia da Bologna: “Spesso i treni sono in ritardo, le corse cancellate. Succede giornalmente o comunque molto spesso. Questo mi crea disagio a lavoro: per essere puntuale devo prendere un treno che arrivi almeno un’ora prima, perché so che altrimenti non arriverà nei tempi previsti”.

Per chi vive nei paesi e nelle frazioni, il trasporto pubblico è spesso l’unico modo per raggiungere quotidianamente le scuole e luoghi di lavoro.

Mentre aumentano ritardi e cancellazioni, cresce anche il senso di frustrazione di quanti ogni giorno dipendono da un servizio importante e per molti essenziale, percepito come sempre più fragile.

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