VOCE
ferrara
02.10.2025 - 07:19
Due teschi umani trafugati dall’ossario del cimitero di Ostellato, utilizzati – secondo quanto riferito dagli stessi autori – per costruire lampade. È questa la vicenda che ha portato a processo una coppia di residenti nella zona, un uomo di 34 anni e una donna di 33, imputati per concorso in sottrazione di cadavere aggravata dall’essere stata commessa in un cimitero.
Il procedimento si è concluso ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare di Ferrara, Andrea Migliorelli, che ha dichiarato il non luogo a procedere per particolare tenuità del fatto, chiudendo così una vicenda che, secondo la Procura, avrebbe potuto portare a una condanna tra i due e i sette anni di reclusione. Difesi dall’avvocato Filippo Sabbatani, i due imputati hanno accolto con soddisfazione la decisione.
La macabra scoperta risale al gennaio dello scorso anno, quando i carabinieri effettuarono un controllo in un casolare di Dogato segnalato come abbandonato e in precarie condizioni igieniche. All’interno furono trovati i due crani umani, posti subito sotto sequestro e successivamente affidati al vaglio dell’Istituto di medicina legale per le analisi.
Gli accertamenti, disposti dal pubblico ministero, hanno incluso anche una consulenza antropologica-forense per la datazione e l’attribuzione dei resti. Secondo le prime risultanze, i teschi apparterrebbero a persone decedute almeno da 40-50 anni. Le indagini condotte hanno confermato la provenienza dall’ossario di Ostellato, dove erano stati trafugati poco tempo prima.
La Procura aveva quindi contestato alla coppia il reato di sottrazione di cadavere, ma il giudice ha ritenuto la condotta non sufficientemente grave da giustificare il processo, optando per l’archiviazione. Resta comunque l’episodio, che aveva destato forte impressione nella comunità locale per le modalità e per l’insolita giustificazione fornita dai protagonisti: l’intenzione di trasformare i resti in oggetti d’arredo.
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