VOCE
adria
03.10.2025 - 08:00
Martedì scorso, nel corso del consiglio comunale di Adria, è stata discussa la mozione presentata da Giorgio Zanellato (minoranza Pd) riguardante l’insediamento dello stabilimento Alchemia Srl in località Colafonda. Un dibattito articolato, che ha visto emergere differenze di vedute fra amministrazione, opposizione e comitati ambientali, in un contesto già segnato da forti perplessità della cittadinanza.
La mozione chiedeva al sindaco e alla giunta di intervenire sulla provincia di Rovigo per sospendere l’autorizzazione concessa all’azienda e avviare ulteriori verifiche, in particolare sul possibile trattamento di materiali contenenti Pfas, sostanze note per la loro pericolosità. Zanellato ha ricordato come nel 2022, nello stabilimento di San Giuliano Milanese della stessa società, si verificò una grave esplosione che destò allarme, sottolineando inoltre la vicinanza dell’area ad altri stabilimenti a rischio incidente rilevante e alla futura riapertura dell’Adria Raceway.
Ha anche evidenziato la contraddizione tra la netta opposizione espressa dal Comune contro l’impianto di trattamento fanghi di Loreo e l’atteggiamento più permissivo sul progetto Alchemia.
Il sindaco Massimo Barbujani ha ricostruito la lunga vicenda dell’impianto, chiarendo che l’autorizzazione non è di competenza comunale ma provinciale. “L’attuale proprietà ha rilevato lo stabilimento nel 2018, avviando un percorso autorizzativo durato oltre quattro anni e culminato a maggio 2024 con il rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale)”. Barbujani ha precisato che, secondo la documentazione ufficiale e le dichiarazioni dell’amministratore di Alchemia, “non verranno trattati Pfas”, e che il Comune vigilerà “affinché siano rispettate tutte le prescrizioni ambientali e di sicurezza”. Inoltre ha sottolineato che l’impianto potrebbe impiegare fino a 100 persone a regime, con apertura prevista a metà 2027.
L’intervento di Enrico Bonato ha portato l’attenzione sulla trasparenza del percorso amministrativo: dal sito della Provincia risulta infatti una cronistoria dettagliata dell’iter, ma il consigliere ha sollevato dubbi sulla mancata richiesta di osservazioni da parte del Comune e sulla questione delle cosiddette “compensazioni”. Zanellato ha ribadito la “necessità di un ulteriore incontro con i comitati per l’ambiente e con esperti indipendenti del settore, per chiarire i rischi legati ai processi previsti, come la rigenerazione e il recupero di solventi chimici”. “Non possiamo – ha affermato – dichiararci contrari all’impianto di Loreo e al tempo stesso indulgenti su Alchemia. Serve coerenza e soprattutto prudenza”. Al termine della discussione, la mozione è stata sostenuta da Ibc e Zanellato, con l’astensione di Simone Ceccarello (FdI) e il voto contrario della maggioranza dei consiglieri.
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