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CRONACA

Class action contro i social per proteggere i minori

Obiettivo: limitarne l’uso eccessivo e informare sui rischi

Class action contro i social per proteggere i minori

Il Moige – Movimento Italiani Genitori APS, insieme allo Studio legale Ambrosio & Commodo, ha annunciato la prima class action inibitoria sui social contro Meta (Facebook e Instagram) e TikTok. L’obiettivo è proteggere bambini e adolescenti da pratiche considerate dannose e illegali, dando voce ai genitori preoccupati per la crescente dipendenza dai dispositivi digitali.

La presentazione dell’azione legale

L’avvocato Stefano Commodo ha spiegato che il ricorso nasce da due anni di lavoro di un team interdisciplinare composto da giuristi, ingegneri informatici e neuropsichiatri. Il ricorso è stato depositato a luglio al Tribunale di Milano (registro generale 29994/2025), con udienza fissata per il 12 febbraio 2026, utilizzando lo strumento dell’articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, che permette di richiedere l’inibizione di condotte dannose a danno di più persone.

Secondo Antonio Affinita, direttore generale del Moige, la protezione dei minori non viene adeguatamente perseguita e gli algoritmi dei social possono causare disagio e dipendenza. All’iniziativa hanno aderito anche altre associazioni di genitori, supportate da esperti in psicologia e diritto, a livello nazionale e internazionale.

Le richieste principali della class action

L’azione legale si articola in tre punti fondamentali:

  1. Verifica dell’età e divieto di accesso ai minori di 14 anni
    MOIGE e i genitori documentano come Facebook, Instagram e TikTok consentano facilmente l’iscrizione illegale dei minori, violando le normative italiane e compromettendo la tutela dei più piccoli.

  2. Limitazione dei sistemi che creano dipendenza
    Si chiede l’eliminazione di meccanismi come lo scroll infinito e la manipolazione algoritmica, definiti dalla letteratura come “tecnologia persuasiva” o captologia, capaci di influenzare comportamenti e decisioni dei ragazzi in modo occulto.

  3. Informazione chiara sui rischi dell’uso dei social
    Le piattaforme devono fornire informazioni trasparenti sui potenziali danni derivanti dall’uso eccessivo, contribuendo alla consapevolezza dei giovani e delle famiglie.

Le basi scientifiche

Secondo il prof. Tonino Cantelmi, la corteccia prefrontale matura completamente solo intorno ai 25 anni, e l’eccessiva esposizione digitale può danneggiare lo sviluppo mentale degli adolescenti. Studi recenti collegano l’uso dei social a:

  • Disturbi alimentari e problemi di sonno

  • Calo del rendimento scolastico

  • Depressione e difficoltà nelle relazioni sociali

  • Comportamenti impulsivi e rischiosi, fino ad atti autolesivi

Uno studio pubblicato il 18 giugno 2025 su JAMA Pediatrics conferma la correlazione tra controllo compulsivo dei social e alterazioni permanenti nello sviluppo cerebrale. Anche la Commissione Europea ha evidenziato come l’uso inadeguato dei social influisca negativamente sulla salute mentale degli studenti.

Prospettive future

Il Moige e lo Studio Ambrosio & Commodo stanno preparando una successiva class action risarcitoria, aperta ai genitori i cui figli hanno subito danni dai social. È stato creato il portale www.classactionsocial.it e l’indirizzo email info@classactionsocial.it per raccogliere segnalazioni.

Se accolta dal Tribunale di Milano, l’inibitoria obbligherebbe Meta e TikTok a cessare le pratiche contestate, creando un precedente giuridico nazionale con potenziali effetti anche a livello europeo sul rapporto tra minori e social media.

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