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Venezia

Muore annegato dopo il tuffo in Canal Grande

Un 33enne trovato senza vita nelle acque davanti alla stazione Santa Lucia

Muore annegato dopo il tuffo in Canal Grande

L’alba ha dipinto di luce fioca le acque del Canal Grande, ma il silenzio è stato spezzato dal ritrovamento drammatico: un uomo di 33 anni, originario della Cina e residente a Firenze, è stato trovato senza vita proprio davanti alla stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia. Un tuffo improvviso, inseguito da un destino tragico, che ha lasciato più domande che certezze.

Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, il giovane si sarebbe spogliato e si sarebbe tuffato nelle acque lagunari nelle ore notturne o alle prime luci dell’alba. Alcuni testimoni hanno visto l’uomo nuotare e tornare più volte verso l’imbarcadero dei vaporetti prima che scomparisse definitivamente sotto la superficie.

Un’altra versione, più tragica e accidentale, arriva da altre fonti: l’uomo avrebbe tentato un bagno ma sarebbe scivolato sui gradini coperti di alghe, battendo la testa e perdendo rapidamente conoscenza. Purtroppo per lui, il soccorso è arrivato troppo tardi.

La chiamata d’emergenza è giunta attorno alle 4:30 del mattino e ha sollecitato un massiccio intervento: sommozzatori dei Vigili del Fuoco, Polizia Locale, Carabinieri e personale sanitario del Suem hanno operato per ore nelle acque di fronte alla stazione, regolando anche il traffico acqueo per facilitare le ricerche. Dai primi accertamenti, non risultano ferite o segni di violenza sul corpo del giovane, ma la dinamica precisa dell’accaduto rimane al vaglio della Procura di Venezia che ha già disposto la restituzione della salma ai familiari.

L’uomo era residente a Firenze, ma si trovava a Venezia per ragioni non ancora chiarite. Quella che doveva essere una notte come tante si è trasformata in un giallo inquietante, con un epilogo tragico di cui resta da comprendere ogni dettaglio. Le autorità insistono nella prudenza, evitando speculazioni e attendendo il completamento degli accertamenti. Nel frattempo, la vicenda richiama l’attenzione non solo sulla sicurezza nelle acque lagunari ma anche sulle situazioni di disagio psicologico che, in certi casi, possono precedere gesti inconsulti.

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