VOCE
rovigo
06.10.2025 - 17:00
"E’ a tutti evidente, tranne che alle forze politiche di centro-destra, che il Paese sta attraversando una grave crisi in materia immobiliare. Manca in maniera drammatica la disponibilità di case a prezzi sostenibili". Lo spiega Emanuela Pizzardo, candidata consigliera alle prossime elezioni regionali.
"Un problema attuale e grave - prosegue - che colpisce non solo la parte indigente della popolazione (passata da 4,8 milioni nel 2012 a 5,7 nel 2024), ma anche la parte costituita da tutti quei dipendenti, pubblici o privati, che non hanno stipendi all'altezza delle richieste attuali del mercato immobiliare".
"E ciò è causato non solo dall’elevato costo dei fabbricati nuovi, ma anche dall’andamento del mercato degli affitti che, in questi ultimi 15 anni, in Europa, sono aumentati del 18%. Il tutto aggravato da una costante diminuzione delle case popolari e dai risultati insufficienti raggiunti dalle iniziative di edilizia residenziale sociale".
La priorità è quindi intervenire massicciamente sull’offerta di abitazioni per i meno abbienti o comunque per quanti si trovano “tagliati fuori” a causa dei prezzi attuali (pensiamo alle persone con retribuzioni medie di 1.000- 1.500 euro al mese), esposti più di altri all’inflazione e alla mancata crescita degli stipendi. Un forte contributo può arrivare dal mondo della cooperazione e del non profit, che va pertanto valorizzato e sostenuto, ma che non può svolgere, da solo, un ruolo sostitutivo delle istituzioni".
L’idea è quella di andare verso un nuovo modello di offerta di abitazioni che, sostenuto anche da finanziamenti pubblici, veda il mondo della cooperazione e del no profit protagonisti attivi nella programmazione di alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti rispetto a quelli di mercato, in una logica di partenariato e di co-progettazione pubblico-privato, che consentirebbe di liberare risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata alle persone più disagiate".
"La Regione Veneto deve, pertanto, intervenire molto di più di quanto fatto in passato, assolutamente insufficiente, soprattutto in Polesine. Investendo molte più risorse per le politiche abitative, dando massimo impulso ai programmi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia residenziale agevolata".
Una problematica alla quale, appunto, il Polesine non è certo estraneo, anzi: il patrimonio immobiliare dell’Ater di Rovigo, a quanto ci risulta, a tutt’oggi non è interamente fruibile, né adeguatamente valorizzato, nonostante la drammatica richiesta di alloggi a prezzi calmierati. Serve un intervento immediato.
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