VOCE
la tragedia di giulia
07.10.2025 - 08:03
Filippo Turetta, davanti alla Corte d'Assise di Venezia
Gino Cecchettin, padre di Giulia, non esclude la possibilità di un percorso di giustizia riparativa per Filippo Turetta, l’ex fidanzato della figlia accusato del suo omicidio. In un’intervista rilasciata a Quotidiano Nazionale, Cecchettin ha affrontato con lucidità il tema, precisando che la sua è una riflessione generale e non riferita direttamente al proprio caso.
"Penso che la giustizia riparativa possa essere un percorso valido per reinserire nella società le persone che hanno sbagliato, anche in modo grave", ha dichiarato. "Ma bisogna reinserirle dando loro strumenti concreti per riparare davvero il loro errore. Parlo però da cittadino, non del mio caso". Riguardo al processo in corso, Cecchettin ha chiarito il significato della sua frase “è troppo tardi”: "Intendevo dire che è troppo tardi rispetto alla fase processuale in cui ci troviamo, a un mese dall’Appello. In realtà, forse è troppo presto: riparare richiede un orizzonte più lungo".
Le sue parole arrivano a pochi giorni da nuove riflessioni pubbliche sulla giustizia riparativa, un modello che prevede percorsi di confronto e responsabilizzazione per chi ha commesso reati, anche gravi, con l’obiettivo di favorire una riconciliazione simbolica e sociale.
Nel colloquio Cecchettin ha affrontato anche il tema della pressione mediatica seguita al delitto e alla sua esposizione pubblica: "Ti senti giudicato. Non puoi prendere posizione su nulla senza essere frainteso. Tutto questo non è solo dolore, ma anche la prigione di stereotipi e pregiudizi". Nonostante ciò, ha aggiunto, "rifarei tutto. Gli stereotipi si combattono affrontandoli, anche andando controcorrente. Un po’ alla volta le cose cambiano".
Sul fronte della lotta alla violenza di genere, Cecchettin ha ribadito la necessità di una conoscenza più profonda del fenomeno: "Quello che ancora manca è una reale comprensione del tema. Bisogna partire da qui". Da questa convinzione è nata la Fondazione Giulia Cecchettin, che promuove progetti di divulgazione e formazione, anche nelle scuole, con il supporto di un comitato scientifico composto da esperte e studiosi. "L’obiettivo è costruire soluzioni basate sulla consapevolezza e sulla conoscenza", ha spiegato.
Infine, un messaggio rivolto soprattutto agli uomini: «Spero che si comprenda che la violenza sulle donne è un problema che riguarda prima di tutto gli uomini. E non perdo la speranza».
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