VOCE
CRONACA
07.10.2025 - 21:30
È pronta una stretta sul fenomeno dei baby influencer in Italia. Un disegno di legge bipartisan, attualmente all’esame dell’VIII Commissione del Senato, punta a vietare l’attivazione di account social ai minori di 14 o 15 anni (la soglia è ancora in discussione) e a introdurre nuove tutele contro lo sfruttamento dei giovani sul web.
La proposta prevede che le piattaforme social e video siano obbligate a verificare l’età degli utenti attraverso un “mini-portafoglio digitale nazionale”, operativo entro il 30 giugno 2026. Chi non rispetterà i limiti rischierà sanzioni da parte del Garante della Privacy.
Secondo la prima firmataria, Lavinia Mennuni (FdI), si tratta di un passo “urgente per proteggere i più giovani”, sempre più presenti online in video e sponsorizzazioni commerciali. Il ddl è stato sostenuto anche da Pd e Italia Viva, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione definitiva entro l’inizio del 2026.
Oggi, infatti, i minori sotto i 14 anni possono aprire un account solo con il consenso dei genitori, ma mancano veri strumenti di controllo. Con la nuova legge, la soglia verrebbe alzata a 15 anni, e in alcuni casi a 16 per dare il consenso autonomo al trattamento dei dati personali.
L’Agcom dovrà poi fissare linee guida entro 180 giorni dall’entrata in vigore, con regole su trasparenza delle sponsorizzazioni e misure anti-sfruttamento dei minori.
Il Codacons ha accolto positivamente il provvedimento, definendolo un passo necessario contro “lo sfruttamento economico e psicologico dei bambini da parte di genitori e aziende”, in un settore “finora privo di controlli e regole”.
Un report di Save the Children ricorda che oltre 330mila ragazzi tra 7 e 15 anni in Italia hanno già avuto esperienze di lavoro legate ai social. Con il nuovo ddl, l’obiettivo è proteggere i minori e riportare ordine in un mondo digitale sempre più precoce e senza confini.
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