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veneto
07.10.2025 - 09:00
La “guerra alle nutrie” entra in una nuova fase. Con la presentazione del piano straordinario regionale di contrasto, illustrato al Centro ambientale archeologico di Legnago, la Regione Veneto ha dato il via a un progetto sperimentale che affida ai Consorzi di bonifica un ruolo centrale nella gestione e nel contenimento dei roditori, considerati una minaccia per la sicurezza dei corsi d’acqua.
Il nuovo piano prevede che i Consorzi individuino le aree con la maggiore presenza di nutrie e coordino le operazioni di cattura e abbattimento. Come spiegato da Alex Vantini, presidente del Consorzio di bonifica Veronese, verranno installate gabbie per la cattura e predisposte celle frigorifere per la conservazione temporanea delle carcasse, che saranno poi smaltite da ditte specializzate. A fianco di Vantini, Claudio Zambon, presidente dell’Alta pianura veneta, ha precisato che si tratta di attività non tipiche dei Consorzi, ma assunte per la tutela della sicurezza idraulica del territorio.
Una delle principali novità riguarda l’introduzione di un contributo economico per i cacciatori, che riceveranno 3 euro per ogni nutria abbattuta. La Regione ha stanziato 175 mila euro per il Consorzio Veronese e 97 mila per quello dell’Alta pianura veneta, con un obiettivo stimato di circa 90 mila capi eliminati. "La Regione ha fatto uno sforzo significativo, ma serviranno ulteriori risorse per affrontare il problema in modo definitivo", ha dichiarato Flavio Pasini, presidente della Provincia di Verona, aprendo alla possibilità di futuri cofinanziamenti provinciali.
Le nutrie, note anche come “castorini”, furono introdotte in Italia nel secolo scorso dal Sudamerica per l’allevamento da pelliccia. Dopo la crisi del settore, tra gli anni Settanta e Ottanta molti esemplari furono liberati, colonizzando rapidamente le pianure venete. Questi animali, scavando le tane negli argini, ne compromettono la stabilità, aumentando il rischio di cedimenti durante le piene.
Secondo le stime del Servizio tutela faunistico ambientale regionale, nel solo Veronese si contano oggi oltre 250 mila nutrie. Nel 2024 ne sono state abbattute circa 30mila, pari a quasi la metà degli esemplari eliminati in tutto il Veneto. Tuttavia, come ha spiegato il biologo Ivano Confortini, "una riduzione inferiore al 50% della popolazione non produce effetti duraturi, perché la specie si riproduce rapidamente".
Il piano rappresenta quindi un punto di partenza per un’azione coordinata tra enti locali, consorzi e cacciatori. L’obiettivo, secondo la Regione, non è l’eradicazione completa della specie, ma un contenimento stabile per garantire la sicurezza idraulica e ambientale del territorio.
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