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CRONACA

Chat control: no al controllo di massa

L'UE fa marcia indietro, più tutele per gli utenti

Chat control: no al controllo di massa

Bruxelles alleggerisce il progetto “Chat Control”, la proposta europea pensata per contrastare gli abusi online sui minori. Dopo mesi di critiche da parte dei Garanti della Privacy e il netto “no” della Germania, il testo è stato rivisto per evitare derive di sorveglianza di massa.

Il nuovo regolamento, che sarà votato il 14 ottobre, stabilisce che eventuali controlli su Whatsapp, Telegram e Signal potranno avvenire solo in caso di un “rischio specifico, documentato e verificabile”. Niente più scansioni automatiche: le piattaforme interverranno soltanto su richiesta delle autorità nazionali, con l’autorizzazione di un giudice.

Viene inoltre confermato il divieto di modificare la crittografia end-to-end dei messaggi: non saranno create “porte d’accesso” permanenti ai sistemi di sicurezza. Le tecnologie di analisi dovranno operare nel rispetto del principio di minima invasività, senza compromettere la privacy degli utenti.

Anche il ruolo del Centro europeo contro l’abuso sessuale sui minori sarà limitato alle attività di verifica e coordinamento. Le segnalazioni sospette verranno filtrate e inoltrate a Europol e alle autorità competenti solo dopo controlli tecnici.

Secondo l’avvocato Nino Polimeni, esperto di diritto digitale, la nuova versione “è più equilibrata e conforme ai principi di necessità e proporzionalità previsti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Non si tratta di intercettare persone, ma di monitorare flussi, con un controllo tecnico e umano che riduce al minimo i rischi per la privacy”.

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