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"Non sapevo come avrebbero reagito"

Jankto: primo calciatore in attività a dichiararsi gay

Jankto: primo calciatore in attività a dichiararsi gay

Jakub “Kuba” Jankto ha chiuso con il calcio a soli 29 anni, dopo una carriera in Serie A e nella nazionale ceca. Prima dell’addio ha fatto coming out, diventando il primo calciatore in attività a dichiararsi gay. Oggi si dedica agli investimenti immobiliari e allena circa ottanta giovani tra Dukla e CAFC Praga (accademia collegata allo Slavia). Allena anche il figlio di sei anni e teme possibili reazioni: "Può capitare che qualcuno dica qualcosa di stupido...". Lo racconta al Corriere della Sera.

Il primo periodo dopo l’annuncio è stato duro: "Non sapevo come avrebbero reagito le persone". Poi ha trovato supporto, anche grazie al suo atteggiamento positivo. L’addio è legato a un grave infortunio alla caviglia: una lesione di terzo grado ai legamenti, subita contro il Genoa nel primo anno con Ranieri. Nonostante i tentativi, il dolore era costante e capì di fermarsi quando nemmeno Nicola lo fece entrare in campo. Ancora oggi la caviglia fa male, anche camminando o allenando i bambini.

Dopo il coming out ha ritrovato serenità: "Potevo essere me stesso. Prima vivevo col peso del segreto". Il video del suo annuncio ha fatto il giro del mondo. In Italia ha ricevuto rispetto: "A Ascoli, Genova, Udine tutti mi hanno voluto bene", nonostante gli "scemi" sui social.

Per Jankto il calcio non è un ambiente omofobo: "Se ci sono problemi, sono fuori dal campo". Molti non fanno coming out per paura del giudizio, ma la sua esperienza dimostra che "non cambia nulla". Ha ricevuto tantissimi messaggi da calciatori, tifosi e ragazzi comuni.

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