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Prima il braccialetto, poi l'assoluzione

Assoluzione pesante. E ora potrebbe scattare la querela per calunnia

Prima il braccialetto, poi l'assoluzione

Una assoluzione “pesante”, quella ottenuta dall’avvocato Anna Osti del foro di Rovigo, per il proprio assistito, un 50enne residente nella Bassa Padovana, accusato di stalking e di violazione dei provvedimenti cautelari disposti dall’autorità nei suoi confronti, in particolare il divieto di avvicinamento alla presunta vittima. Non l’unica misura che era scattata a carico dell’imputato, che era stato sottoposto, nel corso delle indagini preliminari, anche al divieto di dimora nei Comuni di Badia Polesine e di Lendinara e all’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.

Un castello accusatorio crollato nel corso del procedimento di primo grado culminato con la sentenza di assoluzione piena pronunciata oggi, mercoledì 8 ottobre, dal giudice del Tribunale di Rovigo.

Secondo le contestazioni, l’imputato avrebbe in varie occasioni perseguitato la vittima, la ex compagna, coetanea, di Badia Polesine. Seguendola, minacciandola, inviandole foto minacciose di pistole o di proiettili per dissuaderla dall’uscire in compagnia o frequentare altre persone. Facendo scenate sul luogo di lavoro di lei, facendosi spesso trovare nei luoghi frequentati da lei, anche quando era sottoposto al divieto di avvicinamento. Un lungo e articolato capo di imputazione che, tuttavia, non ha retto al vaglio del dibattimento, sino ad arrivare all’assoluzione.

Ora, una volta lette le motivazioni della sentenza di primo grado, imputato e difesa valuteranno la possibilità e la opportunità di proporre una querela per calunnia: le parti, quindi, potrebbero invertirsi.

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