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CRONACA

In Italia contano ancora nascita e reddito

La disuguaglianza cresce, e tutto inizia dalla scuola

In Italia contano ancora nascita e reddito

L’Italia resta tra i Paesi europei con la mobilità sociale più bassa: chi nasce in una famiglia povera ha poche possibilità di migliorare la propria condizione. Le opportunità calano con il reddito, e la ricchezza continua a concentrarsi nelle mani di pochi.

Secondo il rapporto Oxfam “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata” (gennaio 2025), il patrimonio dei miliardari italiani è cresciuto di 61 miliardi in un solo anno, e il 63% di questa ricchezza è ereditata. La disuguaglianza, dunque, non solo si consolida ma si trasmette di generazione in generazione.

Come sottolinea anche l’Ocse, tutto parte dalla scuola. I figli delle famiglie più agiate frequentano i licei più prestigiosi, imparano lingue straniere, studiano all’estero. Chi nasce in contesti meno abbienti, invece, si orienta verso istituti tecnici o professionali, e ha meno probabilità di conseguire una laurea.

I risultati dei test Invalsi confermano il divario: gli studenti provenienti da famiglie svantaggiate ottengono livelli di apprendimento inferiori, con ricadute dirette su competenze e opportunità lavorative. Chi parte avvantaggiato finisce spesso per accedere alle professioni meglio retribuite.

Nonostante la retorica del “chi si impegna ce la fa”, la realtà mostra che la stabilità economica dipende sempre più dall’origine familiare. Se il successo rimane appannaggio di pochi, non è più una conquista ma un privilegio, segno di una società che rischia di restare bloccata nelle sue disuguaglianze di classe.

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