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il caso

Pappalardo: a processo per corruzione e stalking

Ex comandante del Reparto Operativo di Pavia, è sotto accusa

Pappalardo: a processo per corruzione e stalking.

Maurizio Pappalardo è finito sotto processo con le accuse di corruzione e di stalking. Durante il periodo del lockdown, secondo gli atti dell’inchiesta Clean 2, l’allora maggiore dei carabinieri di Pavia rassicurava un amico, Alberto, cercando di tranquillizzarlo rispetto alle possibili sanzioni: "noi siamo il potere". L’invito a gustare il tartufo di Alba nel «suo» ristorante si accompagnava alla promessa di procurargli un certificato che gli permettesse di raggiungere la sua casa a Cortina. Pappalardo, ex comandante del Nucleo Informativo del Reparto Operativo di Pavia e ormai in pensione, è processato per corruzione e accusato di stalking nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione iniziata quando lei aveva appena 17 anni.

La relazione si è poi conclusa quando la donna, oggi trentenne, ha deciso di allontanarsi da lui. Da quel momento la sua vita sarebbe diventata, come ricostruisce il Corriere della Sera, un calvario: prima le gomme tagliate dell’auto, poi un tentativo di compromettere la pensione del nonno. Nella stessa banca dove lavorava l’amico Alberto erano impiegate anche l’ex fidanzata di Pappalardo e Andrea Guazzi; quest’ultimo ha poi perso il ruolo di responsabile dell’area Wealth Management, ritenuto colpevole di aver intrattenuto una relazione coniugale con l’ex della vittima. Lettere anonime inviate alla moglie di Guazzi e all’istituto di credito anticipano le conseguenze: la donna lascia il marito e la banca licenzia Guazzi.

Il cosiddetto "sistema Pavia" emerge pienamente dopo gli arresti di Pappalardo e del maresciallo Antonio Scoppetta, ex membro del nucleo di polizia giudiziaria noto per la sua vicinanza al pm Mario Venditti e indagato nell’inchiesta su Garlasco. Dalle indagini risulta che Scoppetta spediva lettere anonime su indicazione del suo superiore: "Se mi mandi i nomi spedisco. Bisogna mandare 20 lettere in banca e vedere cosa succede. D’accordo?", si legge nello scambio; l’ufficiale acconsente. Le missive accusavano Guazzi di usare l’azienda soltanto per intrecciare relazioni con impiegate "che si piegano ai suoi voleri". Nei messaggi privati Pappalardo si lascia andare a minacce e rancore, dicendo che la ragazza "si accorgerà che ha fatto la stronza con la persona sbagliata» e che non sarà soddisfatto finché «non completerà l’opera".

Pappalardo non nasconde il suo senso di potere e la fiducia nelle proprie influenze: affermava di avere "stretta amicizia con il capo di Guazzi" e prevedeva di farlo sbrogliare dalla situazione entro dicembre, confidando che chi non intervenisse "verrà fatto fuori lui brutalmente". Andrea Guazzi, difeso dall’avvocato Fabrizio Ventimiglia, ha ottenuto un risarcimento nel processo a Scoppetta, condannato a 4,6 anni con rito abbreviato, e si è costituito parte civile nel procedimento contro Pappalardo.

Nel dicembre 2019 Scoppetta avrebbe ritirato un dispositivo Gps dalla Esitel srl per piazzarlo sull’auto dell’ex fidanzata di Pappalardo. In chat emergono anche istruzioni più operative: "Bisogna sgonfiarle le gomme dell’auto", scrive Pappalardo, e Scoppetta risponde: "Domani la sistemo… ho il punteruolo in tasca". Le conversazioni e gli atti raccolti costituiscono oggi materiale probatorio nel processo in corso.

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