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“In 15 anni spariti dieci Comuni”

L'allarme

“In 15 anni spariti dieci Comuni”

Si è conclusa la “Festa LiberEtà 2025”, promossa dalla Cgil di Rovigo e ospitata al museo regionale della bonifica di Ca’ Vendramin.

L’evento ha offerto una riflessione profonda sul valore della conoscenza dei territori e sulla necessità di contrastare lo spopolamento delle aree interne. La giornata è stata aperta dagli interventi della sindaca di Taglio di Po, Layla Marangoni, e dei segretari generali Pieralberto Colombo, Giuseppe De Maria e Nicoletta Biancardi. È poi intervenuto Luciano Milan, segretario generale provinciale dello Spi Cgil Rovigo, seguito dal contributo del vescovo di Chioggia, monsignor Giampaolo Dianin, che ha portato una riflessione sul valore comunitario della solidarietà e della coesione sociale.

Momento centrale della manifestazione è stato la tavola rotonda dedicata al tema “La valorizzazione della cultura e della conoscenza dei territori, dei piccoli centri e delle aree interne”, coordinata da Margaret Crivellari, che ha ricordato come “il museo della bonifica di Ca’ Vendramin rappresenti la memoria viva di una terra che ha saputo nascere dal lavoro dell’uomo e dal coraggio di chi l’ha bonificata”. Tra i relatori hanno preso la parola Diego Crivellari, don Marino Callegari, il sindaco di Rosolina Michele Grossato, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese e la segretaria nazionale Spi Cgil Carla Mastrantonio. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Ariano nel Polesine Luisa Beltrame, il sindaco di Porto Viro Mario Mantovan, il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli e il presidente del Parco regionale Veneto Delta del Po Moreno Gasparini.

Nel corso degli interventi è emersa la necessità di investire nelle aree interne, migliorando infrastrutture, sanità territoriale e servizi pubblici, spesso carenti nei piccoli comuni. I relatori hanno ricordato come il Polesine presenti un’età media di quasi 49 anni e un costante calo demografico: “Dal 2018 al 2025 - è stato ricordato - la provincia ha perso oltre 13mila abitanti, l’equivalente di dieci piccoli Comuni”.

Citati i rischi legati ai cambiamenti climatici e alla fragile stabilità idraulica del territorio, che, pur bonificato, rimane vulnerabile a causa della sua bassa altitudine e della progressiva rarefazione dei servizi. “Non possiamo permettere - è stato detto - che le nostre comunità vengano accompagnate al declino. Le aree interne non sono un problema, ma una risorsa da cui ripartire”. Tra i progetti citati il “Contratto di foce Delta del Po”, parte della Strategia nazionale per le aree interne (Snai), he mira a contrastare lo spopolamento e a valorizzare le risorse locali di un'area fragile e caratterizzata da svantaggi geografici e demografici. In particolare, riguarda l'area di 7 comuni veneti (Ariano nel Polesine, Corbola, Loreo, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po) e si concentra sull'acqua come elemento chiave per creare opportunità occupazionali e migliorare i servizi.

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