VOCE
Lo studio
11.10.2025 - 18:48
La burocrazia costa alle imprese polesane 192 milioni di euro l’anno. E se può apparire come una cifra da far tremare i polsi, va precisato che nell’analisi della Cgia di Mestre, risulta essere, di gran lunga la minore di tutto il Veneto, con Belluno, penultima, che paga “alle scartoffie” un dazio stimato in 212 milioni, mentre Venezia, terzultima è a quota 855 milioni. “La situazione più critica - nota la Cgia - la scorgiamo a Padova, dove le imprese ubicate in questa provincia subiscono un costo pari a poco più di un miliardo di euro all’anno. Seguono Verona ad una incollatura, Vicenza con 978 milioni di euro e Treviso con 960”. Il numero che prima sembrava enorme si è un po’ ridimensionato, ma la cattiva notizia è che non dipende dall’efficienza della burocrazia in Polesine, bensì dal ridotto Pil provinciale. Perché la stima di questi costi è ottenuto unicamente in rapporto al prodotto interno lordo provinciale . E, purtroppo, è in questo che il Polesine è buon ultimo in Veneto, con 6,7 miliardi di euro di Pil, mentre a Belluno è 7,4 miliardi, a Venezia 29,9, a Treviso 33,5, a Vicenza 34,2, a Verona 35,9, a Padova 36,4.
“In questa analisi la Cgia - spiega l’istituto mestrino - ha stimato anche il costo annuo che la cattiva burocrazia grava sul nostro sistema economico regionale; questo esito è stato ottenuto partendo dai dati de The European House Ambrosetti1. Ebbene, il think tank milanese ha quantificato in 57,2 miliardi di euro il costo annuo sostenuto dalle imprese italiane per la gestione dei rapporti con la pubblica amministrazione. Relazioni che, purtroppo, sono spesso condizionate negativamente dal cattivo funzionamento e dalla lentezza della macchina statale. Dopodiché, è stata rapportata l’incidenza percentuale del Pil di ciascuna delle 107 province presenti nel Paese a questo costo complessivo, stimando così il danno economico che la burocrazia pubblica causa a ciascuna di queste aree. Risultato? I territori più penalizzati, ovviamente, sono quelli più caratterizzati dalla presenza delle attività economiche. A livello regionale, il Veneto, dopo Lombardia e Lazio, si colloca al terzo posto tra le realtà territoriali più danneggiate dalla presenza di una burocrazia eccessiva e soffocante”. E la somma stimata è pari a ben 5,3 miliardi di euro sul totale nazionale di 57,2.
“Cosa fare per migliorare il rapporto tra cittadini/imprese e gli uffici pubblici? - chiede poi la Cgia - Innanzitutto, bisogna semplificare il quadro normativo. Cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e, in particolar modo, accelerare i tempi di risposta della Pubblica amministrazione. Con troppe leggi, decreti e regolamenti i primi penalizzati sono i funzionari pubblici che nell’incertezza interpretativa spesso si “difendono” spostando nel tempo le decisioni. Nello specifico è necessario: migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese; monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi; consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili; grazie all’Ai, far dialogare tra di loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste all’utenza; permettere alle imprese la compilazione delle istanze esclusivamente per via telematica; procedere e completare la standardizzazione della modulistica; accrescere la professionalità dei dipendenti pubblici attraverso un’adeguata e continua formazione”.
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