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SALUTE
11.10.2025 - 08:00
Dopo la stagione record dello scorso anno, che ha costretto a letto oltre sedici milioni di italiani, l’influenza torna a farsi sentire. Le previsioni sulle caratteristiche del virus per quest’anno restano incerte, ma ciò che è accaduto nell’emisfero australe lascia intravedere scenari che invitano alla prudenza.
In Australia, nei primi mesi del 2025, i medici hanno registrato un incremento dei casi accompagnato da sintomi più intensi del solito. Secondo Mara Campitiello, capo del dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute, questo dato è significativo perché spesso anticipa ciò che accade in Europa. Per questo motivo, ha sottolineato l’importanza di prepararsi in tempo e di ricordare che la prevenzione resta lo strumento più efficace, in particolare attraverso la vaccinazione, essenziale per i soggetti fragili.
Campitiello ha messo in guardia anche dal rischio di sottovalutare l’influenza, ricordando che, pur trattandosi di una malattia comune, può provocare complicanze gravi, soprattutto negli anziani e in chi soffre di patologie croniche. Anche i giovani, tuttavia, non sono esenti da rischi, poiché ogni organismo reagisce in modo diverso e l’evoluzione della malattia può essere imprevedibile.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università di Milano, ha previsto per l’Italia una stagione influenzale intensa, caratterizzata dalla co-circolazione di diversi virus respiratori: tra questi il ceppo A H1N1, il virus influenzale B Victoria, il virus respiratorio sinciziale e il SARS-CoV-2. Poiché il ceppo B Victoria è rimasto poco diffuso negli ultimi anni, una parte consistente della popolazione risulta più vulnerabile. L’andamento della stagione, ha aggiunto Pregliasco, dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche, ma i primi casi sono attesi già in ottobre. Le stime parlano di un coinvolgimento tra il 15 e il 25% della popolazione, un dato in linea con quello dell’anno precedente.
Nonostante le analogie, gli esperti avvertono che ciò che accade in Australia non è necessariamente un riflesso fedele di quanto succederà in Europa. Uno studio italiano pubblicato su Pathogen and Global Health ha infatti evidenziato che le stagioni influenzali dei due emisferi sono influenzate da variabili locali, come la copertura vaccinale, la densità abitativa e le caratteristiche socioeconomiche della popolazione.
Durante la stagione australiana sono stati osservati sintomi come febbre, brividi, tosse, mal di gola, naso chiuso, stanchezza, mal di testa e dolori muscolari o articolari. In casi più rari si sono aggiunti dolori addominali, nausea e vomito.
In Italia, il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità è già attivo. Medici e laboratori sparsi sul territorio monitorano la diffusione delle sindromi simil-influenzali e identificano i virus responsabili. I primi dati nazionali sono attesi entro la fine del mese. Le Regioni che hanno iniziato il monitoraggio mostrano un aumento graduale dei casi: in Lombardia, per esempio, si è passati da 5,7 a 6,6 casi ogni mille abitanti nell’ultima settimana di settembre, con infezioni dovute principalmente a Rhinovirus e SARS-CoV-2, mentre l’influenza vera e propria rimane ancora marginale.
La campagna vaccinale è già partita in alcune Regioni. In Lombardia le vaccinazioni in farmacia cominceranno a breve, mentre nel Lazio, in Puglia e nelle Marche la somministrazione è già iniziata. L’obiettivo è migliorare la copertura rispetto allo scorso anno, quando si era fermata al 19,6% nella popolazione generale e al 52,5% tra gli anziani, ben al di sotto del traguardo auspicato tra il 75 e il 95%.
Il vaccino è gratuito per le categorie a rischio, come gli anziani, i pazienti con malattie croniche e le donne in gravidanza. Quest’ultime, in particolare, beneficiano di una doppia protezione, poiché la vaccinazione tutela anche il neonato nei primi mesi di vita. Campitiello ha inoltre ricordato che è possibile ricevere contemporaneamente il vaccino antinfluenzale e quello contro il Covid-19, una combinazione ritenuta sicura. Tuttavia, ogni decisione deve essere valutata con il medico, senza affidarsi a fonti non scientifiche.
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